17. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA – IL PADIGLIONE POLACCO
22 maggio – 21 novembre 2021
labiennale.art.pl
Nonostante il territorio polacco sia composto fino al 93% di aree rurali, ci vive appena il 40% della popolazione. Immersa nel caos spaziale e rimasta fino a oggi ai margini degli interessi architettonici, è la campagna il tema della mostra del Padiglione Polacco alla Biennale Architettura 2021. Il progetto, dal titolo Trouble in Paradise, è a cura del collettivo PROLOG +1, in collaborazione con un gruppo di architetti e artisti internazionali. Lo scopo è quello di mostrare come, in tempi di crescenti crisi a livello locale e globale, le aree rurali sono essenziali chiave per la costruzione di un senso di comunità.
Un anno dopo il previsto, la Biennale Architettura 2021 aprirà il 22 maggio. La mostra al Padiglione Polacco sarà accessibile ai visitatori in ogni angolo del mondo: nel giorno dell’inaugurazione, sarà lanciata anche la versione digitale del progetto, appositamente creata, e disponibile sul sito labiennale.art.pl. L’organizzazione del Padiglione Polacco è a cura della galleria d’arte nazionale Zachęta.
Trouble in Paradise è un racconto poliedrico sul futuro della vita associata in campagna, che segue fianco a fianco un’approfondita analisi delle forme di lavoro e delle modalità abitative in quelle aree. Il progetto si concentra tra le altre cose sulla marginalizzazione delle campagne, indica i problemi con cui si confrontano i suoi abitanti e ne mostra l’enorme potenziale non sfruttato. Dai dati pubblicati dall’istituto nazionale di statistica (GUS), emerge che, nonostante il 93% del territorio polacco sia composto da aree rurali, ci vive soltanto il 40% della popolazione. La situazione polacca rispecchia del resto tendenze globali: in tutto il mondo, il numero di persone che vivono nelle aree urbane è superiore a quello degli abitanti della campagna, anche se i terreni rurali occupano la stragrande maggioranza del territorio.
Secondo i curatori della mostra, il problema fondamentale è la visione della campagna filtrata da banalizzazioni e stereotipi che la ritraggono come un paradiso perduto o un posto in cui potersi prendere una pausa dai tormenti della civiltà. Si scopre velocemente, in realtà, che l’idillio della vita fuori città ha una data di scadenza molto breve. La pandemia, che a livello globale ha intensificato la migrazione interna dalle città alle campagne, ha portato alla luce le difficoltà quotidiane con cui si confronta ogni giorno la provincia polacca: per esempio, la mancanza di mezzi pubblici, lo scarso accesso a internet e la difficile integrazione tra i “forestieri” e i locali.
“La campagna rappresenta sempre meno una terra promessa di autonomia e di fuga dalla città e sempre più si trasforma in un’area ridotta a magazzino, una zona dove costruire tangenziali, capannoni, allevamenti intensivi e tutte le altre infrastrutture senza le quali la vita nei grandi centri urbani sarebbe impossibile. Deriva in prima istanza dalla concezione funzionale che si ha della campagna, secondo la quale il suo ruolo è quello di essere il retrobottega della città. Vogliamo ribaltare questa prospettiva, smettere di pensare alla campagna dal punto di vista dei borghesi di città. — afferma Robert Witczak del collettivo di curatori PROLOG +1. “Ci teniamo a rappresentare la campagna non come uno spazio chiuso, diviso e privatizzato, ma come uno spazio delle idee e del senso di comunità, dove ogni abitante può contribuire alla sua creazione”, aggiunge.
L’ideazione del progetto viene dal collettivo di giovani architetti PROLOG +1 (Mirabela Jurczenko, Bartosz Kowal, Wojciech Mazan, Bartłomiej Poteralski, Rafał Śliwa e Robert Witczak). La mostra si divide in due parti: una analitica e l’altra progettuale. La prima, realizzata in collaborazione con alcuni artisti polacchi, mostra i problemi contemporanei della campagna e sarà rappresentata in forma di una panoramica fotorealistica di 70 metri quadri che riempirà tutto lo spazio del padiglione. Creato dai fotografi Michał Sierakowski e Paweł Starec e dall’artista Jan Domicz, in collaborazione con il collettivo PROLOG +1, la panoramica mostrerà gli elementi caratteristici del paesaggio rurale come effetto dei processi avvenuti nel corso degli ultimi cento anni.
Per la realizzazione della parte progettuale, PROLOG +1 ha invitato a collaborare sei studi architettonici europei: Atelier Fanelsa (DE), GUBAHÁMORI + Filip + László Demeter (HU), KOSMOS Architects (RU, CH, AT), Rural Office for Architecture (GB), RZUT (PL) e Traumnovelle (BE). Il risultato del loro lavoro consiste in modelli architettonici, collage e disegni che saranno rappresentati nel padiglione sullo sfondo della panoramica. La varietà dei punti di vista e le prospettive incrociate si associano alla riflessione sul tema degli effetti dell’utilizzo del territorio rurale, dei disastri climatici e delle crisi globali, anche di quelle di cui ancora non conosciamo bene le conseguenze sui destini del pianeta e sulle zone rurali in particolare.
Assieme alla mostra ci sarà il libro Trouble in Paradise, contenente saggi e articoli tra gli altri di Platon Issaias & Hamed Khosravi, Pier Vittorio Aureli, Andrea Alberto Dutto, Katarzyna Kajdanek, Łukasz Moll, un saggio fotografico di Jacenty Dędek, e i testi del collettivo PROLOG +1 oltre alla versione in stampa di Panorama della campagna polacca e le immagini dei progetti. Il libro sarà in vendita dal 22 maggio nella libreria della galleria Zachęta e alla Biennale di Venezia. Sarà disponibile anche in versione digitale in download dal sito labiennale.art.pl.
Trouble in Paradise
curatori: PROLOG +1 (Mirabela Jurczenko, Bartosz Kowal, Wojciech Mazan, Bartłomiej Poteralski, Rafał Śliwa e Robert Witczak)
gruppi architettonici: Atelier Fanelsa, GUBAHÁMORI + Filip + László Demeter, KOSMOS Architects, RZUT, Rural Office for Architecture, Traumnovelle
autori del Panorama della campagna polacca: Jan Domicz, Michał Sierakowski, Paweł Starzec, PROLOG +1
autori del Glossario (online): Michał Sierakowski, Paweł Starzec, Wiktoria Wojciechowska, Patrycja Wojtas, PROLOG +1
identificazione grafica della mostra, progetto grafico del catalogo: zespół wespół
organizzatore: Zachęta – Galleria Nazionale d’Arte, Varsavia
commissario del Padiglione Polacco: Hanna Wróblewska, direttrice di Zachęta – Galleria Nazionale d’Arte, Varsavia
ufficio del Padiglione Polacco: Ewa Mielczarek, Joanna Waśko
La partecipazione della Polonia alla 17. Mostra Internazionale di Architettura è stata resa possibile grazie al finanziamento del Ministero della Cultura, del Patrimonio Nazionale e lo Sport della Repubblica Polacca.
La mostra al Padiglione Polacco è supportata dall’Istituto di Adam Mickiewicz e dall’Istituto Polacco di Roma.
Il libro cofinanziato dalla Città di Breslavia.
contatti media
Joanna Andruszko / ufficio comunicazione, Zachęta – Galleria Nazionale d’Arte
j.andruszko@zacheta.art.pl – tel.: +48 693 974 686
Joanna Waśko / ufficio del Padiglione Polacco, Zachęta – Galleria Nazionale d’Arte
j.wasko@zacheta.art.pl
NOTE BIOGRAFICHE
Curatori
PROLOG è nato nel 2017, lo costituiscono Mirabela Jurczenko, Bartosz Kowal, Wojciech Mazan, Bartłomiej Poteralski e Rafał Śliwa. È sparso per Europa, con una base a Breslavia. Si occupa di architettura attraverso progetti, ricerche, scritti, esposizioni e workshop. Progetta prendendo sempre in conto aspetti pratici e teorici. Le azioni del PROLOG costituiscono per i suoi membri un periodo formativo, perciò il gruppo si concentra all’esplorazione, speculazione e sperimentazione. Il PROLOG ha ottenuto un riconoscimento nel concorso internazionale a procedura aperta per la sala concerti Tautos Namai a Vilnius in Lituania e dei secondi premi nei concorsi internazionali a procedura aperta per il Centro Internazionale di Musica a Żelazowa Wola e per una idea di pianificazione dell’area di Międzyodrze a Stettino.
PROLOG +1 è il gruppo allargato di Robert Witczak il quale lavora al progetto Trouble in Paradise al Padiglione Polacco per la 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia.
Mirabela Jurczenko è laureata presso il Dipartimento di Architettura del Politecnico di Breslavia ed ha studiato presso l’Università del Minho a Guimarães. Attualmente vive e lavora a Rotterdam. Ha partecipato ai progetti di ricera presso l’Università tecnica di Berlino e l’Università tecnica di Monaco.
Bartosz Kowal è laureato di secondo livello (MSc Arch) presso l’Institut für Architektur und Raumentwicklung dell’Università di Liechtenstein. Prima ha anche studiato presso l’Università tecnica di Monaco, l’Università tecnica di Yildiz a Istanbul e presso il Politecnico di Breslavia. Ha lavorato da architetto in Germania, Polonia e con Conradin Clavuot a Coira. Membro della SIA (Swiss Society of Engineers and Architects).
Wojciech Mazan studia nell’ambito del programma Projective Cities presso l’Architectural Association School of Architecture a Londra; nella dissertazione si concentra sulla campagna polacca postsocialista. È laureato presso il Dipartimento di Architettura del Politecnico di Breslavia ed ha studiato presso la Rotterdamse Academie van Bouwkunst. Ha lavorato da assistente del ricercatore presso il Royal College of Art a Londra ed ha realizzato concorsi presso gli studi di architettura a Madrid, Rotterdam, Messico e Graz.
Bartłomiej Poteralski è laureato presso il Dipartimento di Architettura del Politecnico di Breslavia, l’esperienza acquistava presso gli studi di Polonia, Spagna e Austria. Presso l’Atelier Thomas Pucher ha lavorato ai progetti della sede di Sinfonia Varsovia a Varsavia e di Universitätsbibliothek a Graz.
Rafał Śliwa ha studiato architettura presso atenei portoghesi l’Università di Minho a Guimarães, l’Università di Coimbra e l’Università di Porto. Ha conseguito la laurea presso il Politecnico di Breslavia con una ricerca sopra la relazione di architettura urbana con educazione. L’esperienza professionale acquistava negli studi di Polonia e Portogallo, coopera alle invenzioni per concorsi presso lo studio ANALOG.
Robert Witczak ha studiato presso il Dipartimento di Architettura del Politecnico di Breslavia. Si è laureato di recente presso l’Università tecnica di Delft. Nella tesi di laurea si è occupato della problematica spaziale della suburbanizzazione in Polonia. Laureato di numerosi concorsi architettonici. L’esperienza professionale acquisisce lavorando alle invenzioni per concorsi presso gli studi architettonici in paese e all’estero.
Autori del Panorama della campagna polacca
Jan Domicz, artista visivo, autore di video, ogetti e installazioni. Laureato di Städelschule a Francoforte e l’Università Artistica di Poznań. Vive e lavora a Varsavia, coopera con la galleria Wschód. Dal 2017 conduce un progetto quasi-curatoriale Office for Narrated Spaces. Le sue opere venivano presentate tra l’altro a Museum für Moderne Kunst a Francoforte, SALTS a Basilea, CSW Zamek Ujazdowski a Varsavia, Significant Other a Vienna e Karlin Studios a Praga. Nei suoi lavori si avvale dell potenziale narrativo dello spazio.
Michał Sierakowski, fotografo documentalista e cineasta. Laureato in fotografia presso l’Università Artistica di Poznań. Borsista del Ministro della Cultura e del Patrimonio Nazionale, le suoe opere venivano esposte tra l’altro a Varsavia, Kiev, Londra e San Pietroburgo. Nel suo lavoro si concentra sulle relazioni dell’uomo con il suo ambiente e inoltre su come le comunità reinterpretano e ricostruiscono il paesaggio, naturale o quello a forma di urbanistica e architettura.
Paweł Starzec, fotografo, sociologo, documentalista. Docente e insegnante accademico, autore di programmi di workshop, cofondatore del collettivo di artisti e dell’edizione Azimuth Press. Fa dottorato di ricerca presso l’Istituto di Scienze Sociali Applicate dell’Università di Varsavia e laurea specialistica presso l’Istituto di Fotografia Artistica dell’Università di Silesia a Opawa. Musicista e artista del suono, attualmente concertante con il progetto Mazut e solo. Nel suo lavoro si concentra sulle relazioni dello spazio, la storia e i loro contesti sociali.
Gruppi architettonici
Atelier Fanelsa è un internazionale gruppo di architetti che lavorano a Berlino e a Gerswalde (Brandeburgo). Lo studio fa ricerca sulle forme contemporanee di lavorare, di vivere e di passare tempo in comune in campagna, in periferia e in città. Progetta case private, palazzi pubblici, organizza mostre e workshop. Nell’ambito delle suddette forme inventa soluzioni innovative rispondenti ai bisogni di una società contemporanea.
GUBAHÁMORI + Filip + László Demeter
GUBAHÁMORI è uno studio architettonico e urbanistico che raccoglie autori interessati di relazioni tra l’ambiente naturale e un ambiente creato dall’uomo. Nei loro progetti architettonici oltrepassano una esperienza visiva della realtà.
Filip è un collettivo creato da artisti visivi con la sede a Budapest, nella zona di un antico cantiere navale per riparazioni Népsziget, in corso di trasformazione in un’area culturale. Il cantiere è un ambiente eclettico con ancora funzionanti stabilimenti industriali in cui delle situazioni quotidiane diventano delle ispirazioni per le attività sul campo artistico.
László Demeter è un esperto nell’ambito di scienze forestali ed etnoecologia presso il Centro di Ricerche Ecologiche in Ungeria (Centre for Ecological Research). Si specializza in applicazione di sistemi cognitivi diversi (e.g. una cognizione comune e la tradizione scientifica dell’Europa Occidentale) a una gestione innovativa di protezione della natura.
KOSMOS Architects è uno studio cooperante in modo virtuale che aggrega dei partner da Ginevra, Mosca, Graz e Nuova York. KOSMOS progetta palazzi e ambienti di ogni tipo: da maniglie per le porte a progetti delle città intere e in ogni scala: da centri abitativi, industriali e culturali multifunzionali, a installazioni artistiche temporanee (e.g. nei parchi). I progettisti compongono arte con technologia, una prospettiva globale con un contesto locale, delle ricerche accademiche con la pratica architettonica.
Rural Office for Architecture ha la sua sede in una distante parte rurale del Galles, in Gran Bretagna. Fondato nel 2008 da Niall Maxwell, lo studio realizza principalmente dei progetti per aree rurali, i quali fanno riferimento a un contesto esistente e reinterpretano il linguaggio indigeno dell’architettura antica. I progettisti lavorano sul territorio del Regno Unito, disegnano dei palazzi nuovi e rifanno vecchi, attualmente realizzano un loro primo progetto estero – un’abitazione rurale in Giappone.
RZUT (Katarzyna Billik, Matylda Gąsiorowska, Igor Łysiuk, Karolina Matysiak, Andrzej Olejniczak, Zofia Piotrowska, Przemysław Sobiecki, Łukasz Stępnik, Milena Trzcińska). „Siamo un gruppo di persone che si occupano di scrivere, raccontare e criticare. Delle storie da noi osservate riassumiamo in una rivista trimensile pubblicata dal 2013. Non siamo uno studio architettonico e il nostro scopo non è di costruire. Ciò nonostante ci sentiamo architetti e ci avvaliamo della nostra esperienza per approfondire una riflessione sopra lo spazio. Testo, disegno e palazzo sono per noi degli elementi pari di un mondo in cui non c’è divisione in teoria e pratica”.
Traumnovelle – è una fazione militante creata da tre architetti belgi: Léone Drapeaud, Manuel León Fanjul e Johnny Leya. Per il Traumnovelle architettura e finzione costituiscono degli strumenti analitici, critici e subversivi a mezzo dei quali il gruppo cerca di individuare le questioni brucianti della contemporaneità e di elaborare le migliori soluzioni. I loro progetti, che presentano un approccio pluridisciplinare all’architettura, sono aprezzati in tutto il mondo. I membri del Traumnovelle sono stati curatori del Padiglione Belga per la Biennale Architettura 2018.
Organizzatore
Zachęta – Galleria Nazionale d’Arte da anni è l’organizzatore delle esposizioni al Padiglione Polacco per la Biennale Arte e la Biennale Architettura, nonché il custode dell’edificio. La direttrice della galleria esercita la funzione del commissario del padiglione. La Polonia possiede un proprio padiglione di esposizioni il quale si trova in una delle zone espositive principali della biennale – ai Giardini.
foto in copertina: Trouble in paradise – Glossary / fot. Michał Sierakowski