19.10.2021 Cinema, Eventi

Dorota Kędzierzawska

Alice nella Città – Festa del Cinema di Roma


Martedì 19 ottobre 2021 – ore 11:00

Casa del Cinema
viale Marcello Mastroianni 1, Roma
ingresso gratuito – per info: romacinemafest.it


Dorota Kędzierzawska sarà l’ospite d’onore dell’edizione 2021 del festival Alice nella città, la storica manifestazione dedicata al tema dell’infanzia all’interno della Festa del Cinema di Roma. L’omaggio non è una scoperta tardiva: Kędzierzawska ha avuto in Italia estimatori non occasionali. Esso s’inserisce in un lavoro di monografie personali di autori della modernità che hanno dedicato il loro lavoro a questa fascia di età e che trova la sua collocazione non casuale in un anno di cambiamento in cui nuovi temi e nuovi sguardi trasversali sull’infanzia caratterizzano l’intero programma del festival. A lei è dedicata l’immagine che darà personalità al poster di questa nuova edizione, mentre una selezione di sequenze tratte dal lavoro dell’Autrice saranno programmate nelle sale del festival in testa a tutte le proiezioni ufficiali. Le sue ‘metafore d’infanzia’ dedicate a questa meravigliosa età dell’oro saranno lo spunto dell’incontro della regista con Marianne Redpath, direttrice della sezione Generation della Berlinale, a cui seguirà la proiezione integrale del film Wrony (1994).

Evento organizzato da Alice nella città in collaborazione con la Berlinale – Generation e Istituto Polacco di Roma 


WRONY / CROWS
di Dorota Kędrzierzawska
Polonia, 1994, 66′, v.o. con sott. it.

SCENEGGIATURA: Dorota Kędzierzawska
FOTOGRAFIA: Arthur Reinhart
MONTAGGIO: Dorota Kedzierzawska, Arthur Reinhart
CAST: Karolina Ostrozna, Kasia Szczepanik, Malgorzata Hajewska
PRODUZIONE: OKO Film Studio and Polish TV
DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE: Seawell Films S.A.R.L.

SINOSSI
Questo toccante dramma polacco segue una ragazza fuori posto che vaga per la sua città natale in compagnia di una bambina smarrita. Conosciuta con il soprannome di Corvo, è derisa dai suoi coetanei e ignorata dalla madre costantemente al lavoro; ma la bambina sembra troppo persa nel suo mondo dei sogni per preoccuparsene.


DOROTA KĘDZIERZAWSKA

“Un film sull’infanzia innesca il desiderio del tempo in cui bastava assorbire la vita così com’è, il futuro non era interessante”. – Dorota Kędzierzawska


Dorota Kędzierzawska è nata nel 1957 a Łódź, in Polonia, e si è avvicinata al mondo del cinema fin da piccola seguendo il lavoro di sua madre Jadwiga: “Ho passato tutta la mia infanzia sui set cinematografici. Passavo spesso ore in piedi in un angolo, a guardare cosa stava succedendo davanti alla telecamera. E di solito erano i bambini a stare davanti alla macchina da presa, dal momento che mia madre ha diretto film per bambini e sui bambini. È lì che ho imparato le tecniche per lavorare con i bambini, su un set cinematografico”.

Laureata alla Scuola di Łódź nel 1981, ha proseguito gli studi di regia presso l’Istituto Universitario Statale a Mosca, dove ha cominciato a mettere a punto il suo stile in cui l’infanzia non ha solo piena dignità artistica, ma una sua propria forma complessa e stratificata che le permette di ritagliarsi uno spazio di libertà e di grandi possibilità narrative. Le sue storie sono questioni di adulti e adolescenti, di madri e figlie, di donne e bambine. Sono soggetti semplici e immediati legati ad una messa in scena che sa concedersi improvvisi scarti tra il realismo dei fatti e il realismo dei sentimenti, in cui i ricordi personali si mescolano alla finzione, trasformando una piccola narrazione quotidiana in una grande storia universale. Una vocazione visibile sin dai suoi primi studi, nati nel contesto socio-politico degli anni ‘70 e ‘80: Agnieszka (1981) è una meravigliosa istantanea nella vita di una bambina che trasforma uno squallido cortile in un mondo d’infanzia, Egg (1982) è uno sguardo sul rapporto tra fratello e sorella e sulla solitudine e il bisogno d’amore di due bambini, mentre in Gucia (1985) i comportamenti e le parole di due bambini trasformano i dialoghi e i loro giochi nel presagio, tenero e crudele, di una relazione adulta tra un uomo e una donna. Non solo lo stile, ma anche i contenuti ricorrenti della sua produzione più matura sono strettamente collegati alla prima età. La riflessione sull’integrazione o l’esclusione da un contesto sociale, suggerita da Diabły, diabły (1991) si collega alla solitudine e allo “Starai meglio senza di me” pronunciato della ‘piccola madre’ protagonista di Wrony (1994). Qui l’alterità bambina e l’alterità femminile si incontrano nello spazio di un gioco, nella fuga verso un tempo sospeso, in-naturale, che non può scardinare la realtà. Lo stesso dolore esistenziale che in Jestem – Io sono (2005) mette al centro la fuga di un ragazzo di undici anni condannato a se stesso, il cui unico scopo è quello d’esistere agli occhi degli altri. Anche in Tomorrow will be better (2010) c’è la voglia di raccontare un mondo fatto di adulti indifferenti o ostili, facendo però partecipare lo spettatore più alle peripezie del bambino che all’insensibilità dei grandi. In tutti questi film lo spunto narrativo si mescola a una parallela riflessione su gli ultimi e i deboli, sulle problematiche sociali, insite nel rapporto singolo – comunità, o in quello tra ceti sociali, con in più la leggerezza e la risolutezza tipiche dell’infanzia. Nelle loro parabole di piccole ribellioni domestiche, in cui sfuggire al controllo dei genitori, c’è la voglia di rivendicare un proprio spazio di libertà, che nasconde l’urgenza di un gesto politico rivoluzionario, che forse solamente i bambini possono ricordare agli adulti. Un ragionare per modelli poetici e metaforici che mettono l’accento su un impegno più volte manifestato dalla regista: “Continuo a pensare che una delle cose più importanti per un adulto dovrebbe essere mantenere un interesse infantile per la vita e un’onestà infantile”. Le situazioni e i personaggi di queste storie non sono mai sotto accusa, nonostante spesso verrebbe voglia di stigmatizzare questo o quel comportamento. Di tale compito la Kędzierzawska lascia che siano i suoi spettatori a farsene carico, a storia finita, dopo i titoli di coda.

Questi i titoli da cui sono tratte le clip selezionate in collaborazione con gli studenti del Master in Digital Art Direction dello IED coordinati da Max Giovagnoli:

Agnieszka, PL 1981, 7’
Jajko / The Egg, PL 1982, 10’
Gucia, PL 1985, 16’
Diabły, diabły / Devils, Devils, PL 1991, 86’
Wrony / Crows, PL 1994, 66’
Jestem /I am , PL 2005, 93’
Jutro będzie lepiej / Tomorrow Will Be Better, PL 2010, 118’

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