FELIKS NOWOWIEJSKI
„Quo vadis” op. 30, oratorio per voci solo, coro misto, organo e orchestra
Orchestra dell’Opera e Filarmonica di Podlasie
Massimiliano Caldi, direttore
Wioletta Chodowicz – soprano
Robert Gierlach, baritono
Wojciech Gierlach – basso
Rafał Sulima – organo
Violetta Bielecka – preparazione del coro
Quo vadis? Quo vadis.
„Per i suoi notevoli meriti nel campo della narrativa e per il raro genio che ha saputo incarnare lo spirito della nazione” – questa fu la motivazione del verdetto della giuria dell’Accademia Svedese di Stoccolma, con il quale assegnò il premio Nobel per la letteratura del 1905. La scelta di Henryk Sienkiewicz fu dettata dalla valutazione dell’intera produzione letteraria, ma fu decisivo il romanzo Quo vadis? (pubblicato a episodi negli anni 1895-1896 in un quotidiano di Varsavia). L’ultimo del ciclo denominato „la trilogia romana” (i precedenti sono : Senza dogma e La famiglia Połaniecki), il romanzo definiva al meglio lo „spirito occidentale”, come „allevato nella cultura latina”. L’universalismo di Quo vadis? scaturì dall’esperienza personale di alcuni viaggi che lo scrittore fece nella Nuova Troia dei discendenti di Enea, la seconda Gerusalemme; ma anche dalla lettura di Cornelio Publio Tacito, molto amato da Sienkiewicz, che ispirò lo scrittore a “contrapporre nel suo lavoro artistico i due mondi, di cui uno rappresentava la potenza regnante e onnipotente della macchina amministrativa, l’altro invece incarnava esclusivamente la forza spirituale”. Il concetto della bipolarità del mondo della politica e dello spirito viene rafforzato da Feliks Nowowiejski (1877-1946) nell’oratorio Quo vadis. Esso è particolarmente evidente nella orchestrale Marcia dei pretoriani (inizio della II Scena). Il compositore rende questa marcia totale, senza concedere un momento di tregua, tradizionalmente dato con l’inserimento nelle marcie di una parte centrale più gentile. In tal modo il compositore raffigura l’ambiente dell’imperatore Nerone come superficiale, vuoto e petulante, come osservò la stampa olandese dopo la memorabile prima ad Amsterdam: „[Nowowiejski] sa come passare da un effetto – selvagge orge sonore – ad un altro”. Le descrizioni dei banchetti e i dialoghi d’amore di Sienkiewicz, assenti nell’oratorio, rivelano l’influenza di Catullo e Ovidio e quella dei foricoenia latini scritti da Jan Kochanowski durante gli studi a Padova. Sulla poesia antica della Grecia e della Roma si era basata la scrittrice Antonia Jüngst, che preparò il libretto in lingua tedesca per l’oratorio di Nowowiejski.
Nobel musicale per „Felice Nowo”
Nell’ambito della musica classica il premio paragonabile al Nobel per la letteratura è l’International Classical Music Award, assegnato nel 2018 all’album Quo vadis di Feliks Nowowiejski, realizzato con la partecipazione dell’eccellente complesso corale polacco: Coro dell’Opera e Filarmonica di Podlasie, preparato da Violetta Bielecka (accompagnato dall’Orchestra della Filarmonica di Poznań diretta da Łukasz Borowicz). Nowowiejski, prima di presentare al mondo l’oratorio Quo vadis, si era fatto conoscere come vincitore di premi d’importanza internazionale (due volte il premio berlinese di Giacomo Meyerbeer per l’oratorio Powrót syna marnotrawnego – Il ritorno del Figlio Prodigo – e per l’ouverture Swaty polskie – il Corteggiamento polacco). La carriera mondiale della seconda e definitiva versione dell’oratorio Quo vadis può essere considerata un „arci-Nobel” e iniziò con la prima rappresentazione dell’opera ad Amsterdam (1909). Da allora per ben due decenni fu eseguita in ben duecento città dell’Europa occidentale (soprattutto in Germania) e delle due Americhe, in prestigiose sale da concerto, fra le quali la Carnegie Hall di New York. Successi su scala simile raggiungeva già da qualche tempo il „re del pianoforte”, Ignacy Jan Paderewski. Un anno dopo la prima rappresentazione di Quo vadis, il 15 luglio 1910, i due compositori si incontrarono in piazza Jan Matejko a Cracovia, durante l’inaugurazione del Monumento della battaglia di Grunwald fondato da Paderewski. In quell’occasione fu eseguita la Rota, composta e diretta da Nowowiejski, cantata da qualche centinaio di coristi provenienti dai territori polacchi divisi nelle tre spartizioni. La sublime atmosfera di quel momento può essere paragonata al patos delle partii corali dell’epopea musicale Quo vadis.
Apocalisse.
L’Oratorio Quo vadis, diviso in scene, sembra un opera lirica, e di fatto lo è, meritando una messa in scena. Il già citato direttore d’orchestra Piotr Sułkowski invitava così ad ascoltarlo: „Quando chiudi gli occhi, vedi migliaia di soldati che marciano verso Roma”. Vi è possibile scorgere anche un’immagine dell’apocalisse – il grande incendio di Roma. L’opera inizia con un’Introduzione di grande impatto – il Maestoso drammatico. Le prime battute sembrano già un motto che risuona con il „tutti” dell’orchestra e con il pieno dell’organo e che da quel punto tornerà in momenti salienti dell’azione, in modo più incisivo nella scena della liturgia nelle catacombe. Quel breve motivo orchestrale (uno dei temi ricorrenti dell’opera) diventa il simbolo della cristianità, della Chiesa in formazione. Il motivo strumentale successivo che richiama il poema sinfonico di Mieczysław Karłowicz Pieśń o wszechbycie [Il canto dell’eterno essere], svolge la funzione di sottofondo per le incursioni delle fanfare e le fulminee tempeste sonore. In quello spazio multidimensionale risuona il drammatico richiamo degli abitanti di Roma, con l’espressivo canto del coro misto e poi con l’alternarsi delle voci femminili e maschili, su modello di Joseph Haydn che raffigurava la tempesta nell’oratorio Le stagioni o di Giuseppe Verdi che esprimeva l’orrore del Giudizio Universale nel suoRequiem. L’atmosfera apocalittica si intensifica con le successive scene corali. Una di queste, Już sześć dni nie ma jutrzenki [Sono sei giorni che manca l’aurora], illustra le tenebre sulla Roma in fiamme e sembra che Nowowiejski vi compatisca gli sciagurati sudditi di Nerone. Dopo la prima, la stampa di Amsterdam scrisse: „l’intera introduzione può essere definita geniale”. Sono geniali le fughe a molti temi: quella del grido della folla Christianos ad leones restituisce il terrore di alcuni e la crudeltà di altri. Le magistrali fughe riassumono l’opera nell’ultima, dossologica scena.
Nei Cieli.
La motivazione del Premio Nobel può essere adottata anche a Feliks Nowowiejski. L’importanza di Sienkiewicz nel campo della narrativa crebbe grazie all’assorbimento e alla trasformazione di una ricca tradizione letteraria e alla riflessione sui dipinti Il banchetto di Nerone e Le torce di Nerone di Henryk Siemiradzki, celebre pittore polacco con cui Sienkiewicz visitò Roma; all’immediatezza dell’immagine dell’incendio della Città Eterna deve aver contribuito l’episodio dell’incendio di Puławy (1885) visto dallo scrittore quale giornalista di un quotidiano di Varsavia. Nowowiejski attinse all’altrettanto ricca tradizione musicale, facendo spesso riferimento al corso di musica sacra frequentato a Ratisbona, dove si attuavano idee del rinnovamento di essa legate al Movimento Ceciliano. Queste idee trovarono espressione nelle opere corali, nello stile di canti gregoriani o della polifonia rinascimentale a cappella. In Quo vadis ritroviamo tutti e due gli elementi, sia il canto gregoriano che l’arcaizzante mottetto. Gli studi a Berlino da Max Bruch, compositore e maestro piuttosto conservatore, rafforzarono il bisogno dell’artista di dare continuità allo stile romantico, conferendogli caratteristiche arcaiche. Non significa che egli fosse indifferente alla rivoluzione che si stava attuando a quel tempo grazie a Debussy, Strawiński e Schönberg (in Polonia grazie ai compositori della “Giovane Polonia” con Szymanowski a capo). Felice Nowo (come Bruch era solito chiamare il suo pupillo) attinse anche alle ultime conquiste dei neoromantici – la struttura orchestrale in Quo vadis assomiglia alla Dante-Symphonie di Ferenc Liszt e alla Sinfonia n.2 Resurrezione di Gustav Mahler, mentre la scena nelle catacombe ricorda l’Intermezzo della Cavalleria rusticana di Mascagni. Analogamente a questi compositori, Nowowiejski rafforzò la sezione dei fiati (alludendo agli antichi strumenti romani – buccine, tube), introducendo nella partitura il Glockenspiel, campane, arpe, organi e armonium. In Quo vadis Domine, nella scena cruciale della visitazione di San Pietro (baritono) da parte di Gesù (basso), è percepibile l’influenza del finale di Parsifal, il mistero di Richard Wagner (ispirato dal Magnificat della Dante-Symphonie di Liszt). In questa scena sopra il santo Graal si libra una colomba, simbolo della tanto attesa benedizione per i Cavalieri di Monsalvat. Nowowiejski nutriva sentimenti ambivalenti nei confronti dell’opera e della persona di Wagner, ma suonò proprio i frammenti del suo Parsifal all’organo nel tempio di Gerusalemme, alla presenza del patriarca (Nowowiejski era famoso per le sue magistrali improvvisazioni, le sue Sinfonie per organo solo avevano uno slancio orchestrale). Sienkiewicz, scrivendo le parole chiave del romanzo: „Poiché tu abbandoni il mio popolo, vado a Roma per essere crocefisso per la seconda volta”, definì la voce di Cristo „triste e dolce”. Nowowiejski rafforza quella dolcezza in un soave recitativo liturgico, in gentili accordi di legni e in ampi passaggi delle arpe che rievocano l’arcobaleno, il mondo dei Cieli. Nowowiejski aprì il cielo ai protagonisti di Quo vadis nella scena delle catacombe, dando voce a Ligia – la complessa aria del soprano accompagnato dal coro ha la stessa espressività della scena con gli Angeli che annunciano la salvezza di Margherita nell’opera Faust di Charles Gounod.
Epilogo? Prologo.
La serie di successi di Quo vadis fu interrotta dallo stesso Feliks Nowowiejski. Quando la Polonia riconquistò l’indipendenza, si impegnò nella campagna plebiscitaria degli abitanti di Warmia che cercavano di lasciare le terre prussiane e quando alla Polonia è stato ridato l’accesso al mare, scrisse Legenda Bałtyku [La leggenda del Baltico]. Da quel momento le opere di Nowowiejski non furono più messe in scena in Germania. La Seconda Guerra Mondiale segnò la caduta di Quo vadis nell’oblio. Le celebrazioni del doppio Anno di Feliks Nowowiejski (2017-2018), si traducono in prime esecuzioni, registrazioni, edizioni degli spartiti, e speriamo che diventino, insieme a questo concerto romano, l’inizio di una nuova era, in cui l’opera di Nowowiejski, paragonabile per la sua ricchezza di generi con la produzione di Krzysztof Penderecki, possa essere largamente conosciuta.
/Magdalena Gajl/
MASSIMILIANO CALDI
Vincitore del primo premio al Concorso Internazionale per Direttori d’orchestra “Grzegorz Fitelberg” nel 1999. Caldi è Primo Direttore dell’Orchestra Sinfonica della Filarmonica dei Precarpazi “A. Malawski” di Rzeszów. Lo possiamo vedere regolarmente sui podi delle più importanti filarmoniche con orchestre sinfoniche come: Sinfonia Varsovia, l’Orchestra della Radio Polacca di Varsavia e Sinfonia Iuventus.
WIOLETTA CHODOWICZ
Vincitrice del premio Paszport “Polityki” 2010. E salita su palchi di teatri europei, come il Teatro Nazionale di Praga, Teatro Nazionale di Moravia-Slesia di Ostrava, Welsh National Opera di Cardiff, Glyndebourne Opera, Israel Opera di Tel Aviv. Si esibisce con orchestre quali Sinfonia Varsovia, Orchestra Filarmonica Nazionale, Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca, Orchestra Radiofonica Polacca, Filarmonica di Poznań, Filarmonica Cracovia e Filarmonica dei Sudeti.
ROBERT GIERLACH
L’artista ha ricevuto il 1° premio al Concorso Internazionale di Musica Gian Battista Viotti a Vercelli. Due volte è stato vincitore del premio “Fryderyk”: per gli album con canti di P. Łukaszewski e di di H. M. Górecki. Robert Gierlach si è esibito su palchi dei più prestigiosi teatri d’opera e nelle sale da concerto in Europa, in Nord America e in Giappone.
WOJCIECH GIERLACH
Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti in concorsi internazionali dedicati al repertorio vocale. I suoi successi più recenti includono i debutti alla Royal Danish Opera e alla Welsh National Opera come Sir Giorgio in “Puritani” di V. Bellini. I prossimi progetti includono, tra gli altri, il debutto alla Los Angeles Opera come Melisso in “Alcina” di G.F. Haendel e alla Dutch National Opera di Amsterdam.
RAFAŁ SULIMA
E’ un musicista specializzato in organo, in musica sacra e in canto solistico. Ha conseguito il dottorato in Arti Musicali. Attualmente è professore associato all’Università della Musica “Fryderyk Chopin”, Filiale di Białystok, dove lavora come insegnante di organo, improvvisazione, canto e accompagnamento liturgico. Nel suo bagaglio artistico ci sono numerosi concerti per organo, da camera e vocali. Collabora con il Coro dell’Opera e Filarmonica di Podlasie e con cori accademici.
VIOLETTA BIELECKA
Direttore d’orchestra e direttore artistico del Coro dell’Opera e Filarmonica di Podlasie. Dal 1 dicembre 2020 è anche direttore di questa istituzione. Nel 2000 ha ricevuto dalle mani del Presidente della Repubblica di Polonia il titolo del professore di Arti Musicali. Nel 2021 fu decorata con la Medaglia d’Oro al merito „Zasłużony Kulturze Gloria Artis” con l’avvallo del Ministro della Cultura, del Patrimonio Nazionale e dello Sport. Il Coro diretto dalla prof.ssa Bielecka partecipa a prestigiosi festival, concerti, trasmissioni radiofoniche e televisive, riscuotendo molti successi.
ORCHESTRA DELL’OPERA E FILARMONICA DI PODLASIE
La direzione artistica del complesso è attualmente nelle mani di M.J. Błaszczyk. L’orchestra è stata premiata diverse volte per i successi conseguiti, ad esempio con i premi musicali „Fryderyk” negli anni 2012, 2016 e 2017. Si esibisce in molte opere, musical e operette.
CORO DELL’OPERA E FILARMONICA DI PODLASIE
Fondato nel 2006 per l’iniziativa diella prof. Violetta Bielecka – l’attuale direttore artistico. Il repertorio del coro comprende diverse forme: musica corale a cappella, oratori, opere liriche, capolavori della musica sacra eseguiti insieme a preminenti complessi polacchi e stranieri. Il complesso ha partecipato più volte alle prime di opere di diversi compositori contemporanei polacchi tra cui: K. Penderecki, S. Moryto, M. Małecki, P. Łukaszewski, J. Świder, R. Twardowski. Sul palcoscenico dell’Opera e Filarmonica di Podlasie si esibisce in qualità di un complesso corale con abilità di movimento scenico, recitazione e coreografia.
Il progetto „Quo Vadis a Roma” nasce dalla collaborazione tra l’Opera e Filarmonica di Podlasie e l’Associazione Roma Tre Orchestra di Roma, con il supporto organizzativo dell’Istituto Polacco di Roma e il sostegno economico del Maresciallo del Voivodato di Podlasie, e comprende la registrazione e la trasmissione dell’esecuzione di una delle più importanti opere di Feliks Nowowiejski – „Quo Vadis” op. 13 oratorio per soprano, baritono, coro misto, orchestra sinfonica e organo, oltre che il concerto nel Teatro Palladium a Roma, eseguito dall’Orchestra dell’Opera e Filarmonica di Podlasie con un programma di compositori polacchi e italiani.
Lo scopo principale del programma „Kultura Inspirująca” è quello di promuovere la musica polacca all’estero. Nel seguirlo si è deciso di scegliere l’opera di Feliks Nowowiejski, che dai tempi della sua prima messa in scena nel 1907 conquistò il riconoscimento della critica sia in Europa che nel resto del mondo.
L’Orchestra dell’Opera e Filarmonica di Podlasie e gli eccellenti solisti polacchi: Wioletta Chodowicz, Robert Gierlach e Wojciech Gierlach, sono stati diretti dal Maestro italiano Massimiliano Caldi. Il coro è stato preparato da prof.ssa Violetta Bielecka.
La scelta dei suddetti artisti è stata dettata dalla loro ricca carriera artistica e dai numerosi successi su palchi musicali polacchi ed internazionali. Nel 2016 gli artisti hanno registrato il cd con l’opera „Quo Vadis” insieme alla Filarmonica di Poznań e al Coro dell’Opera e Filarmonica di Podlasie diretti da Łukasz Borowicz, che nel 2018 ha ricevuto il premio ICMA.
Massimiliano Caldi è un eccellente direttore d’orchestra che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. È stato l’unico italiano a vincere nel 2018 il premio della rivista italo-polacca “Gazzetta Italia” per meriti speciali nella promozione della musica italiana in Polonia e della musica polacca in Italia.
La registrazione di „Quo vadis”, realizzata nell’Opera e Filarmonica di Podlasie a Białystok verrà pubblicata in DVD e prima sarà disponibile sui portali internet dei Partner del progetto.
Il progetto “Quo Vadis a Roma” è finanziato dal Ministro della Cultura, del Patrimonio Nazionale e dello Sport della Repubblica di Polonia nel quadro del programma “Cultura ispiratrice”.