SIEDEM KOBIET W RÓŻNYM WIEKU

di Krzysztof Kieślowski

(PL, 1978, 16’, v. or. con sott. it.)

Sette giorni nella vita di alcune ballerine – dalle bambine della scuola di danza alle prove delle prime ballerine, fino alle sostituzioni e alle lezioni di ballo. Il tempo scorre impietoso, e per le protagoniste ancora più in fretta rispetto alla vita delle persone qualunque.

La divisione in giorni della settimana delle varie epoche della vita delle ballerine rispecchia la fugacità delle fasi della vita di una donna: infanzia, adolescenza, giovinezza e maturità. Quando si rivolge alle ragazze, l’insegnante utilizza il paragone “come fiorellini”: la delicatezza, unita alla caducità, contraddistingue le varie tappe dello sviluppo delle ballerine. Il tono aspro delle insegnanti crea un contrasto con la grazia delle ballerine. La voce stridula e implacabile delle insegnanti interseca lo spazio sonoro dell’accompagnamento musicale alle lezioni. Le riprese furono girate alla Scuola Statale di Danza di Varsavia (giovedì, venerdì). Di seguito osserviamo le prove di uno spettacolo che vede la partecipazione di Ewa Głowacka, stella della scena varsaviana, in coppia con Waldemar Wołk-Karaczewski (sabato, domenica). Il giorno successivo ammiriamo la prima ballerina Ewa Wycichowska in un ruolo dall’Uccello di fuoco nella coreografia di Konrad Drzewiecki (lunedì): è questa la fase dell’apice della forma. C’è poi la selezione dei ruoli per Il bacio della fata di Igor Stravinskij al teatro di Łódź. Alina Baranowska sostituisce altre ballerine, osserva le esibizioni, aspetta il proprio turno (martedì). L’ultimo episodio (mercoledì) si riallaccia al primo: di nuovo una lezione di danza, ma adesso dalla prospettiva dell’insegnante. Una matura ballerina avvia le bambine alla professione. La donna, la cui carriera è ormai conclusa, condivide le proprie esperienze, è più gentile e paziente della prima insegnante. Il film fu premiato con il Gran Prix “Lajkonik d’oro” al Festival del cinema di Cracovia nella sezione polacca (1979). Così come nei documentari L’ufficio, L’ospedale, La fabbrica o in quelli a soggetto Il personale e Una breve giornata di lavoro, Kieślowski mostra un frammento della vita sociale, in cui si riflette con chiarezza non solo la specificità del luogo di lavoro, ma un’idea più ampia: nel caso di 7 donne di età diverse lo scorrere del tempo, qui per le donne più doloroso che in altre professioni, che diventa perfino una metafora della vita umana.