7.02.2022 - 11.03.2022 Arte, Eventi, Storia

Inquietudine

Disegni di Ryszard Apte | 1941 – 1942

GIORNO DELLA MEMORIA 2022


(…) Ryszard all’epoca aveva 17 anni e sapeva bene cosa stesse accadendo. Sentiva che non sarebbe sopravvissuto alla guerra e, come diceva, non gli importava. Voleva solo salvare le sue opere dallo sterminio (…)

Natan Gross, Lei chi è, signor Grymek?


lunedì 7 febbraio 2022 – ore 18.00

Istituto Polacco di Roma
via Vittoria Colonna 1
La mostra rimarrà aperta fino all’11 marzo 2022, lunedì – giovedì, ore 10 – 17
ingresso contingentato secondo le norme vigenti

 


La mostra sarà presentata da Jakub Nowakowski in dialogo con Adachiara Zevi

Lunedì 7 febbraio 2022 alle ore 18.00, presso la sede dell’Istituto Polacco di Roma, in via Vittoria Colonna 1, sarà inaugurata la mostra INQUIETUDINE. Disegni di Ryszard Apte 1941 – 1942, ideata e preparata dal Museo Ebraico Galicja di Cracovia in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma. Durante l’inaugurazione avrà luogo l’incontro con il direttore del Museo Ebraico Galicja, Jakub Nowakowski e la storica dell’arte e curatrice della Biennale Arte in Memoria, Adachiara Zevi (incontro in italiano).

La mostra, curata da Anna Janeczko e Kinga Sozańska, con la consulenza di Tomasz Strug e della storica dell’arte Edyta Gawron, presenta le riproduzioni dei 15 disegni del ciclo Inquietudine, realizzato da Ryszard Apte probabilmente tra il 1941 e il 1942. In quel periodo il giovane artista di origine ebraica di Cracovia vittima dell’Olocausto si trovò a Leopoli e Wieliczka. È qui che nel 2009, tra un mucchio di vecchie fotografie, libri, documenti e altri ricordi, è stato trovato un quaderno firmato “Ryszard Apte. 1939/1940”, contenente alcuni disegni miracolosamente scampati alla distruzione della Seconda guerra mondiale, tra cui quelli dal ciclo Inquietudine. Disegni che sono visioni di morte e altrettante prove di vita. Grazie ad essi Ryszard Apte non è morto invano. Grazie ad essi possiamo vedere oggi ciò che lui vide allora: la quotidianità dell’apocalisse che si compie.

Per molti decenni il quaderno è rimasto in possesso della famiglia Piasecki, presso cui gli Apte avevano abitato durante la guerra. Non era stato mai mostrato a nessuno, perché portava con sé ricordi dolorosi: Boleslaw, il capo famiglia Piasecki, era morto nello stesso anno di Ryszard. Il quaderno divenne per la famiglia un simbolo di dolore e sofferenza, di una realtà che si voleva dimenticare. Fino a quando Gerard Piasecki, un discendente della famiglia, decise di mostrarlo al pubblico.

La serie è divisa in 5 parti: La storia di San Sebastiano, Bei tempi, Inquietudine, Alla memoria degli sconsiderati e Il cammino della Passione. I titoli sono stati scritti dall’autore su un foglio separato, allegato al ciclo di disegni. Per tale motivo un’assegnazione certa dei titoli ai singoli disegni non è oggi possibile e rimane una questione aperta. In questa mostra si è cercato di assegnare i titoli alle opere, ma tale assegnazione è necessariamente soggettiva.

Un ringraziamento speciale va al signor Gerard Piasecki, che ha accettato di prestare le opere di Ryszard Apte al Museo Ebraico della Galizia.

RYSZARD APTE

Ryszard Apte nacque a Cracovia nel 1923 da una ricca famiglia appartenente all’élite ebraica di Cracovia. Suo padre, Henryk, un avvocato appassionato di musica classica, scriveva articoli per il “Nowy Dziennik”, uno dei più importanti giornali ebraici in Polonia. Sua madre, Amelia, faceva parte della bohème artistica della città e gestiva un salone artistico e letterario. Fin da piccolo Ryszard mostrò un’intelligenza vivace e versatile: a tredici anni suonava diversi strumenti, recitava poesie in polacco, ebraico e tedesco, scriveva poesie e racconti, pubblicando alcuni dei suoi testi su “Okienka na świat”, una rivista bisettimanale per bambini e ragazzi; disegnava e creava le illustrazioni per le sue storie. Frequentò il ginnasio ebraico dell’élite, dove fu maggiormente influenzato dal professor Juliusz Feldhorn, insegnante di letteratura polacca, poeta e scrittore.

La casa della famiglia di Ryszard si trovava al centro di Cracovia, nell’area allora abitata principalmente da ebrei assimilati. Questi costituivano una parte significativa della grande comunità ebraica della città ed erano per lo più liberi professionisti, con propri negozi, tipografie e imprese. La maggior parte degli ebrei di Cracovia, invece, viveva nel vicino quartiere di Kazimierz, dove conduceva uno stile di vita ebraico tradizionale, impegnata nel piccolo commercio e nell’artigianato.

Nonostante la crisi economica e le sempre più frequenti manifestazioni d’antisemitismo, l’infanzia e la prima giovinezza di Ryszard Apte furono felici.

Con lo scoppio della guerra la famiglia Apte, come molte altre, decise di lasciare Cracovia e di andare a est, a Leopoli. Nella città, dal 1939 passata ai sovietici, i fuggiaschi incontrarono un clima di crescente terrore, dominato dagli arresti di massa. Per sfuggire alle persecuzioni, Ryszard frequentò allora corsi di lingua russa e si unì al Komsomol, l’ala giovanile del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

Nel 1941 scoppiò la guerra tra il Terzo Reich e l’Unione Sovietica: a giugno i tedeschi entrarono a Leopoli e iniziarono brutali pogrom contro gli ebrei. La famiglia Apte fuggì di nuovo, questa volta a Wieliczka, dove viveva la zia di Ryszard.

A Wieliczka incontrarono molti vecchi amici ebrei di Cracovia, scampati alle persecuzioni dei tedeschi dopo che questa, nel 1940, come capitale del Governatorato Generale, era divenuta Judenrein – “libera da ebrei”.

Nell’estate del 1942 iniziarono le deportazioni.

Il 27 agosto 1942 tutti gli ebrei di Wieliczka, circa 7.000 persone, ricevettero l’ordine di radunarsi vicino alla stazione ferroviaria locale. I tedeschi perquisirono ogni appartamento. Amalia Apte, allora ormai paralitica, venne assassinata sul posto. Il padre di Ryszard finì probabilmente nel gruppo di circa 5.000 deportati nel campo di sterminio di Bełżec. Ryszard, con un gruppo di circa 500 persone ritenute idonee al lavoro, venne inviato al campo di Stalowa Wola. Insieme a un suo lontano cugino tentò una disperata fuga, ma entrambi furono catturati vicino a Nisko e uccisi.

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