13.10.2022 Eventi, Letteratura

Memorie dell’insurrezione di Varsavia

PRESENTAZIONE DEL LIBRO


Giovedì 13 ottobre 2022 – ore 18.30

Istituto Polacco di Roma
Via Vittoria Colonna, 1
ingresso libero


Memorie dell’insurrezione di Varsavia

di Miron Białoszewski, Ed. Adelphi 2022

Ne parlano Luca Bernardini, polonista, traduttore curatore del volume e Marco Patricelli, storico

con letture di Vito Tritto


“Volevo che tutti sapessero che non tutti sparavano, volevo scrivere dell’universalità della rivolta”

– è così che Białoszewski descrive spesso lo scopo del suo libro. Lo scrittore aveva 22 anni durante la rivolta e, a differenza di molti suoi coetanei, non combatté. Il suo racconto crea un’immagine della Varsavia insurrezionale osservata da una persona comune.


Miron Białoszewski (1922-1983) è stato poeta, drammaturgo, scrittore polacco, una delle voci più originali del secondo dopoguerra. In Italia nel 2021 la casa editrice Adelphi ha pubblicato le sue Memorie dell’insurrezione di Varsavia, dove racconta in prima persona dei sessantadue giorni dell’insurrezione della capitale polacca contro la dominazione nazista.

«Meno male che mia madre diceva che sarebbe stata una giornata tranquilla!» dice al giovane Miron l’amico Staszek. È il 1° agosto 1944, e per le strade affollate di Varsavia, da cinque anni occupata dall’esercito tedesco, la gente è in subbuglio: si parla di soldati nazisti ammazzati, di «carri armati grossi come case», e le detonazioni dei pezzi d’artiglieria echeggiano ben presto più forti e vicine di quelle provenienti dal fronte, dove avanzano i sovietici. È l’inizio di una delle vicende più atroci e controverse della seconda guerra mondiale – ancora oggi una ferita aperta nella coscienza e nella memoria della Polonia. Organizzata dal movimento di resistenza nazionalista, con finalità antitedesche ma anche con un significato apertamente antisovietico, l’insurrezione di Varsavia si rivelerà un catastrofico errore politico e militare: 25.000 insorti e 200.000 civili rimarranno uccisi, la città sarà letteralmente rasa al suolo, e molti dei reduci, bollati dalla propaganda stalinista come «luridi giullari della reazione», scompariranno nei gulag. Solo a distanza di oltre vent’anni Miron Białoszewski riuscirà a scrivere di quella tragedia, che prima non fu stato in grado di raccontare se non «chiacchierando». E, anche sulla pagina, il racconto diventa un ‘parlato’ concitato, frantumato ed erratico, in un libero flusso di ricordi: l’unica forma capace di testimoniare una verità lontana da quella delle opposte propagande. E capace, nel percussivo alternarsi di immagini e suoni, odori e sapori, di costringere il lettore a un’immedesimazione assoluta.

Evento in occasione dell’Anno di Miron Białoszewski, nel centenario della nascita dell’autore.
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