I 100 anni di Wislawa Szymborska e l’esordio mancato
incontro e presentazione del libro
martedì 28 marzo 2023 – ore 18.30
Istituto Polacco di Roma
Via Vittoria Colonna, 1
Ingresso libero
Incontro nel centenario della nascita di Wislawa Szymborska con la partecipazione di:
Andrea Ceccherelli – polonista, curatore
Linda Del Sarto – polonista, traduttrice
Michał Rusinek – presidente della Fondazione Wisława Szymborska
“Canzone nera” di Wisława Szymborska (Adelphi Edizioni, 2022)
A cura di Andrea Ceccherelli
Traduzione di Linda Del Sarto
In una Varsavia che crolla a pezzi, i ragazzi di strada stringono fra le mani le bottiglie di benzina che sono impazienti di scagliare contro i carri armati tedeschi, mentre intorno a loro infuria quell’insurrezione che Białoszewski ha saputo miracolosamente farci vivere dall’interno. Gli spettri della guerra irrompono in “Canzone nera”, lasciando la giovane Szymborska con un nodo stretto in gola, «intriso d’ira», per la scomparsa dell’amato, ricca di una conoscenza del mondo che è il solo, amaro bottino, e alla ricerca di nuove parole: «A che serve la conoscenza della morte. / A causa sua si raffredda il tè sul tavolo. / Niente atmosfera. Di parole di sapone». I moltissimi, appassionati lettori abituati al suo bisogno di essere sempre universale rimarranno certo stupiti di fronte a testi che lasciano intravedere in filigrana le lacerazioni della Storia. Non a caso, dopo averli composti fra il 1944 e il 1948, Wisława Szymborska non ha voluto raccoglierli in volume, forse anche perché l’Unione degli scrittori polacchi si era nel frattempo pronunciata a favore del realismo socialista come unico stile ufficiale. Superato lo stupore, quei lettori non potranno tuttavia che riconoscere la sua impavida sicurezza di tocco, e rimanerne conquistati: «– è dallo stupore / che sorge il bisogno di parole / e perciò ogni poesia / si chiama Stupore –».
Wisława Szymborska nasce a Kórnik, vicino Poznań, il 2 luglio 1923. Presto la famiglia si trasferisce a Toruń e poi a Cracovia, dove Wisława comincia a scrivere racconti e poesie. Nel 1952 esce la sua prima raccolta di poesie “Per questo viviamo”. Nel 1953 comincia a lavorare nel settimanale “Życie Literackie”, divenendo ben presto direttrice della sezione poesia e poi, dal 1960, anche co-curatrice di una rubrica di ironici consigli agli aspiranti scrittori intitolata “Posta letteraria”. Nel 1954 esce la raccolta “Domande poste a me stessa”, nel 1957 “Appello allo Yeti e nel 1962 “Sale”. Nel 1967 le viene affidata la rubrica “Letture facoltative” dedicata ai libri trascurati dalla critica ufficiale. Le raccolte si succedono – “Uno spasso” (1967), “Ogni caso” (1972), “Grande numero” (1976), “Gente sul ponte” (1986), “La fine e l’inizio” (1993) – così come i riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio culturale di Solidarność (1986), il Premio Goethe (1991), il premio del Pen Club polacco (1996). Il 1996 è l’anno del Premio Nobel. Mentre cresce il successo internazionale, la sua produzione poetica non si arresta: seguono “Attimo” (2002), “Due punti” (2005) e “Qui” (2009). Nel 1971 inizia a creare i collages inviandoli agli amici in diverse occasioni. Questo è stato il suo passatempo preferito per anni e vi ha prestato molta cura, definendone i dettagli. Come le poesie, pure i collages si distinguono per lo humour surreale che rendeva unica, originale Wisława Szymborska. Muore a Cracovia il 1° febbraio 2012. Nello stesso anno esce postuma l’ultima raccolta: “Basta così”.
In Italia è stata pubblicata quasi tutta la creazione letteraria di Szymborska, a partire dall’anno 1993, grazie ai Libri Scheiwiller e Adelphi Edizioni. L’ultima raccolta “Canzone nera” uscita nel 2022 con Adelphi Edizioni, con la traduzione di Linda Del Sarto e a cura di Andrea Ceccherelli.