Il Pitigliani, insieme a Fondazione Museo della Shoah, Progetto Memoria, con il patrocinio del Comune di Roma e in collaborazione con Istituto Polacco di Roma, presenta l’incontro “80 anni dalla rivolta del ghetto di Varsavia”
Mercoledì 3 maggio 2023 – ore 20.30
Pitigliani Centro Ebraico Italiano
Il Pitigliani – Via Arco de’ Tolomei 1 (Trastevere), Roma
Prenotazione obbligatoria – tel: 3275890801 – mail: eventi@pitigliani.it
intervengono:
Wlodek Goldkorn – scrittore e giornalista
Anna Foa – storica
Amedeo Osti Guerrazzi – storico
modera:
Alessandro Portelli – storico
Proiezione del documentario:
“Non c’era alcuna speranza… La rivolta del ghetto di Varsavia 1943”
di Kama Veymont (Polonia 2016, 30’ V.O. sub ita)
Anna Foa – La Rivolta del ghetto di Varsavia, ottant’anni fa, fu uno straordinario momento di resistenza degli ebrei rimasti nel ghetto di Varsavia dopo le immani deportazioni del 1942. E come tale la rivolta è rimasta a simbolo della resistenza ebraica ai nazisti. Anche se vi sono state altre rivolte in molti ghetti e fin nei campi di sterminio, essa è divenuta il simbolo per eccellenza dell’eroismo degli ebrei vittime della Shoah. In quanto tale, la sua memoria si intreccia strettamente con la storia dello Stato di Israele e con il suo rapporto complesso con la Shoah e con gli ebrei della diaspora. Non pecore condotte senza reagire al macello, ma strenui combattenti, pur nella consapevolezza che la morte sarebbe stata il loro destino.
Amedeo Osti Guerrazzi – Gli ebrei italiani hanno dato un contributo notevole alla Resistenza. I lavori di Liliana Picciotto e Daniele Susini hanno permesso di avere un quadro, seppure ancora parziale, piuttosto ampio dell’impegno nella lotta di liberazione nazionale degli ebrei italiani. Tra i maggiori esponenti della guerra partigiana, e tra le vittime della repressione nazifascista, vi sono stati numerosi ebrei che hanno dato dei contributi fondamentali, durante e dopo la guerra, come protagonisti e testimoni. Basti pensare a personaggi come Pino Levi Cavaglione, Carlo Ginzburg e Emanuele Artom. Nonostante però le acquisizioni della storiografia, nella memoria pubblica tale contributo è passato sotto silenzio. Gli ebrei sono molto più spesso ricordati come vittime inermi che come combattenti. Basti pensare a Primo Levi, il cui contributo alla lotta partigiana è troppo spesso ignorato. Quali sono i motivi di tale oblio?