31.01.2025 - 18.05.2025 Arte, Eventi

C/ART

L’arte di giocare con l’automobile

Mostra personale di Robert Kuśmirowski a cura di Guido Costa e Davide Lorenzone

Project Room / MAUTO


Il Museo Nazionale dell’Automobile presenta in Project Room – da venerdì 31 gennaio a domenica 18 maggio – la mostra C/ART. L’arte di giocare con l’automobile. L’esposizione – realizzata da Robert Kuśmirowski e curata da Guido Costa e Davide Lorenzone – consiste in una installazione ambientale nella quale l’artista polacco, esponendo automobili giocattolo e vetturette provenienti da diverse collezioni e musei italiani, crea un dialogo inedito tra arte e memoria storica automobilistica. L’opera – risultato di un intenso lavoro di co-progettazione e collaborazione tra Kuśmirowski, i collezionisti e lo staff museale – è una carta bianca concessa all’artista che è intervenuto nello spazio creando una ricostruzione immaginaria dello spirito del collezionista di automodelli.

“Il suo è quasi un lavoro da archeologo, capace di ridare vita ad oggetti morti, ricomponendoli in contesti ad essi alieni, ricreandoli. La materia prima sulla quale opera è povera, poverissima, ma carica di vita e di storia: storia del lavoro, della sapienza artigiana, della tecnologia e della scienza, della creatività popolare e del collezionismo” (Guido Costa, curatore)

Il visitatore è accolto in un ambiente volutamente eccentrico e disordinato: un eccesso di modelli incompleti, strumenti consunti e macchinari quasi dimenticati. Vecchie reti metalliche sostituiscono le tradizionali scaffalature, evocando l’atmosfera di una officina caotica di un bizzarro collezionista. Il percorso si sviluppa gradualmente verso l’idea di esposizione perfetta. Gli oggetti trovano ordine, senso, e celebrano il passaggio dall’infanzia a una forma di collezionismo maturo e consapevole. In questa trasformazione, si è immersi in una riflessione sulla memoria e sul significato dell’automobile come oggetto di culto. Da un accumulo appassionato e compulsivo tipico dell’età infantile a una sistematizzazione ordinata dei pezzi collezionati: la mostra esplora l’evoluzione del collezionista e del valore affettivo degli esemplari di cui va alla ricerca con dedizione.

“Ogni automobile giocattolo, sia essa a pedali, motorizzata – elettrica o con un piccolo motore a scoppio – realizzata in scala ridotta, è un piccolo capolavoro di ingegneria, con meccanismi che spesso consentono ai modelli di muoversi, di suonare o di attivarsi attraverso l’energia meccanica. Il valore di questi oggetti non è solo economico, ma anche storico, perché attraverso di essi è possibile riscoprire i gusti, le tendenze e le innovazioni tecnologiche di una determinata epoca” (Davide Lorenzone)

Le vetture esposte coprono un periodo che va dalla fine del XIX secolo fino agli Anni Novanta del XX secolo. Tra i tantissimi modellini in mostra – circa 200 – la “Lucciola di Piero Patria”, una vettura giocattolo con motore elettrico, prodotta a Torino tra il 1948 ed il 1949, in soli 200 esemplari; la minuziosa riproduzione in scala – precisa in ogni singolo dettaglio costruttivo e funzionale – di un trattore a vapore risalente agli anni Dieci del Novecento; la locomobile a vapore Marshall & Co, modello funzionante in scala 1:4 realizzato artigianalmente da Pietro Abbà nel secondo dopo guerra. Accanto a queste, una collezione più contemporanea di modellini di automobili sportive iconiche, modelli promozionali e ricostruzioni artigianali: solo per citarne alcune, la Ferrari F1 della Toschi, che era venduta con una bottiglia di liquore al suo interno, la Lancia D24 della Mercury di cui un esemplare è presente nella collezione del Museo, il modellino in legno del camion che pubblicizzava il CYNAR e i 4 modelli della Marklin (berlina, coupè, auto corsa e autobotte), spettacolari e ancora oggi molto ambiti dai collezionisti.

Robert Kuśmirowski (Lodz, 1973). Presente sulla scena internazionale dalla seconda metà degli anni ’90, ha all’attivo numerose mostre personali in spazi pubblici e privati, tra i quali il Center for Contemporary Art, Zamek Ujazdowski, Warsaw; Kunstverein, Hamburg; Yerba Buena Center of the Arts, San Francisco; Van Abbemuseum, Eindhoven; Dhondt Dhaenes Museum, Sint-Martens-Latem; Barbican Centre, London; New Museum, New York; Migros Museum fur Gegenwartskunst, Zurich; Centro Pecci, Prato; Galleria Civica, Trento; Fondazione Morra Greco, Napoli; 4ª Biennale di Berlino; 11ª Biennale di Lione, Francia; Hamburger Bahnhof Museum, Berlino; MAMbo, Bologna. Sue opere sono presenti in alcune tra le più importanti collezioni d’arte contemporanea in Europa e negli Stati Uniti. Vive e lavora a Lublino.


Public program

A corollario della mostra, un programma di eventi dedicati al gioco. Gratuiti e aperti a tutti, animeranno la Piazza del Museo a ciclo continuo.

Passatempi intramontabili come la pista Polistil, le vintage slot cars iconiche monoposto elettriche pronte a sfide spettacolari sui circuiti di Suzuka e Nürburgring ricostruiti in scala 1:32 – e i kart a pedali che correranno nella Piazza del Museo trasformata, per l’occasione, in una spettacolare pista a due corsie. A marzo una mostra-scambio per collezionisti, amatori, curiosi che vogliano scambiare giocattoli d’epoca con altri appassionati adulti e bambini. 

1 e 2 febbraio: PISTA POLISTIL 
8 e 9 febbraio: PISTA POLISTIL 
INFO: attività gratuita a ciclo continuo, non è necessario prenotare

28 febbraio – 9 marzo: KART A PEDALI
INFO: attività gratuita a ciclo continuo, non è necessario prenotar

29 e 30 marzo: MOSTRA-SCAMBIO GIOCATTOLO D’EPOCA
INFO:  attività gratuita a ciclo continuo, non è necessario prenotare

Si ringraziano:

Elementi scenografici / Freak Andò
Prestatori delle collezioni
Comune di Bra
Museo del Giocattolo di Bra, Collezione Michele Chiesa
Pier Dino Abbà
Luigi Baulino
Roberto Bocco
Giovanni Battista Bonardo
Charly
Gino Coen
Marcello Delfini
Maurizio Marzadori
Alfredo e Maria Paola Stola

Contenuti video / Archivio Luce Cinecittà

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna

Con il patrocinio:

CONTATTI STAMPA
MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile
Claudio Zitoli – 333.4998968
Valentina Merlo – 342.8089180
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Francesca Ceriani – 340 918 2004
Ilaria Chiodi – 349 242 4

 

 

 

C/ART
L’arte di giocare con l’automobile

Note dei curatori

Robert Kuśmirowski nasce a Łódź nel 1973 e fin da giovanissimo si segnala come uno degli artisti più radicali e innovativi della scena artistica polacca, guadagnandosi ben presto una solida fama internazionale. Disegnatore virtuoso, fotografo, scultore, performer e musicista, distilla tali abilità in complesse installazioni ambientali, spesso di grandi dimensioni, dal forte impatto visivo e di rara potenza evocativa e sentimentale. Le sue opere, seppur riconducibili ad una lunga e articolata tradizione di arte ambientale – da Marcel Duchamp a Thomas Hirschhorn, Christian Boltanski, Dieter Roth, fino al teatro di Tadeusz Kantor e a molti, moltissimi altri esempi presenti nell’arte contemporanea – hanno però un sapore unico, assolutamente personale, capace di renderle riconoscibili ad un primo sguardo. Maestro nella falsificazione a cui ha dedicato mostre intere, Kuśmirowski crea mondi di invenzione assolutamente verosimili, lasciando semplicemente parlare gli oggetti in un vertiginoso dialogo di forme, cromatismi e sovrapposizioni. Il suo è quasi un lavoro da archeologo, capace di ridare vita ad oggetti morti, ricomponendoli in contesti ad essi alieni, ricreandoli. La materia prima sulla quale opera è povera, poverissima, ma carica di vita e di storia: storia del lavoro, della sapienza artigiana, della tecnologia e della scienza, della creatività popolare e del collezionismo. Negli anni ha reinventato laboratori artigiani, portinerie di vecchi condomini sovietici, bunker della seconda guerra mondiale, ma anche studi di registrazione analogici, camere di controllo di centrali atomiche, sale d’aspetto di remote stazioni ferroviarie di campagna, uffici di rappresentanza di compagnie aeree degli anni ’30, cimiteri abbandonati. Lo ha fatto con una perizia filologica estrema, trasformando oggetti di uso comune in qualcosa d’altro, creandone di nuovi con la carta, il legno e il metallo, confondendo il nuovo con l’antico, il passato con il presente. Ecco perché, immaginando una mostra sul collezionismo di modelli d’automobile e di giocattoli meccanici d’epoca, capace di declinare in maniera inedita lo spirito del modellismo, si è subito pensato a lui come partner ideale per questo esperimento. C/ART, crasi di Car e Art, titolo dell’opera che Kuśmirowski ha realizzato per il MAUTO, è una ricostruzione immaginaria dello spirito del collezionista di automodelli, ma anche un viaggio temporale dal passato, al presente, fino al futuro in cui l’oggetto dimenticato acquista nuova vita fino a raggiungere dignità museale. Le due sezioni speculari in cui si articola l’installazione rappresentano una sorta di sublimazione, di passaggio di stato, operato dalla cura e dalla passione del collezionista. Un processo simbolico condiviso dallo stesso artista e nutrito dalla sua ossessione per la vita e la storia degli oggetti. Si passa dall’infanzia del collezionare, la raccolta brutale degli elementi primi, il loro restauro e catalogazione, fino all’esposizione luccicante dei modellini perfetti, risuscitati a nuova vita e ad un indefinibile futuro. Ogni singolo oggetto dell’installazione è stato selezionato con estrema cura in relazione allo spazio e al frammento dell’opera in cui dovrà abitare, al suo colore e alla sua forma. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’aiuto e la disponibilità dei collezionisti di oggetti e di automodelli che hanno gentilmente aperto i loro archivi sterminati all’artista, permettendogli l’uso di modelli rari, materiali documentari inediti e piccoli capolavori. C/ART è un’opera collettiva, orchestrata da Kuśmirowski e performata da migliaia di strepitosi solisti in forma di oggetto. Come per tutte le grandi installazioni, in particolare per quelle di Kuśmirowski, fruire dell’opera significa innanzitutto esplorarla, coglierne i dettagli, viverla come forma di esperienza estetica e culturale. Sebbene presente in molte collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero, vedere una grande opera di Kuśmirowski è un’esperienza rara, per certi versi indimenticabile. Ed è per questo che siamo grati al MAUTO, ai collezionisti e innanzitutto all’artista di averla resa possibile. 

Guido Costa

 

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Il collezionismo di automobili giocattolo d’epoca e di giocattoli meccanici è una passione che coniuga la nostalgia del passato alla cura per i dettagli e la storia della tecnologia. La mostra C/ART. L’arte di giocare con l’automobile presenta in chiave artistica l’evoluzione dei giochi e della meccanica nel corso dei decenni, dando vita a un percorso filologico che parte dal ritrovamento del giocattolo nelle condizioni in cui è stato rinvenuto in soffitte, garage e scantinati, fino alla sua rappresentazione quale oggetto da collezione, vera e propria testimonianza di un’epoca.

Le automobili giocattolo sono particolarmente apprezzate dai collezionisti per la loro capacità di evocare un periodo in cui le auto, ancora poco diffuse, rappresentavano una novità straordinaria. Questi modellini, realizzati a partire dalla fine dell’Ottocento, erano spesso costruiti in metallo, latta e successivamente materie plastiche, con grande fedeltà ai dettagli. Riproducendo l’estetica e il design delle automobili del tempo, testimoniano l’evoluzione delle grandi case automobilistiche, come Alfa Romeo, Mercedes-Benz, Ford, Fiat e altri marchi che hanno segnato la storia della mobilità.

Ogni automobile giocattolo, sia essa a pedali, motorizzata – elettrica o con un piccolo motore a scoppio – realizzata in scala ridotta, è un capolavoro di ingegneria, con meccanismi che spesso consentono ai modelli di muoversi, suonare o attivarsi attraverso l’energia meccanica. Il valore di questi oggetti non è solo economico, ma anche storico perché, vere e proprie testimonianze di un’epoca, permettono di riscoprirne i gusti, le tendenze e le innovazioni tecnologiche.

Accanto a questi capolavori su 4 ruote, i giocattoli meccanici d’epoca, come le macchine a vapore, rappresentano un’altra categoria molto ricercata. Questi manufatti, che utilizzavano vere e proprie caldaie a vapore, erano tra i più avanzati e affascinanti del tempo. Progettati principalmente nel XIX e all’inizio del XX secolo dalle aziende Märklin, Carette, Bing, Schöenner e Falk, erano costruiti in metallo e dotati di meccanismi complessi che gli consentivano di eseguire azioni come spostarsi su ruote, muovere piccole pale rotanti o azionare micro-officine meccaniche e ruote idrauliche. Le macchine a vapore, in particolare, erano considerate una meraviglia tecnologica e avevano un grande valore educativo, insegnando ai bambini, in modo divertente e stimolante, i principi base della meccanica e della termodinamica.

Il collezionismo di questi giocattoli ha molto da offrire a chi si interessa alla storia della tecnologia e dell’ingegneria, ma anche a chi cerca oggetti che abbiano una forte componente emozionale. La cura nella produzione di ciascun giocattolo, l’accuratezza nella riproduzione dei dettagli e la bellezza delle forme rendono ogni pezzo unico. Inoltre, molti di questi giocattoli sono stati prodotti in edizioni limitate o in piccole serie, e ciò li rende particolarmente rari e ricercati.

Il fascino del collezionismo delle automobili giocattolo e delle macchine a vapore non risiede solo nell’acquisizione dei singoli pezzi, ma anche nel recupero e nella conservazione della memoria storica. Ogni oggetto esposto in mostra racconta una parte della storia, dal primo automodello a vapore agli sviluppi delle tecnologie meccaniche, fino ai cambiamenti nelle abitudini di gioco e nel design. Infine, il collezionismo dei giocattoli d’epoca non è un’attività solitaria, ma rappresenta, attraverso mostre, fiere e mercatini, un’opportunità per i collezionisti di condividere storie, informazioni e pezzi rari. Al contempo contribuisce a mantenere viva la passione per il collezionismo e a preservare il valore storico e culturale di questi oggetti, che continuano a incantare e a raccontare storie di un passato lontano.

Davide Lorenzone

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