Il personaggio che vogliamo presentarvi oggi è l’attrice Soava Gallone, il suo vero nome era Stanisława Winawerówna. Nata a Varsavia nel 1880 da una stimata famiglia della capitale polacca, dopo gli studi di medicina e musica a Parigi, giunse in Italia nel 1911. A Sorrento incontrò e sposò Carmine Gallone, che con lei condivideva l’amore per il teatro e le aspirazioni artistiche. Dopo le prime comuni esperienze teatrali, non coronate dal successo sperato, i due coniugi ripiegarono sul cinema. Nel 1913 vennero scritturati dalla Cines di Roma: fu per entrambi l’inizio di una fortunata carriera, che vedrà Carmine divenire un grande regista, Soava una delle attrici più amate del cinema italiano dell’epoca del muto.
 
Nella sua carriera Soava ha recitato in più di quaranta pellicole, quasi tutte dirette dal suo consorte, contribuendo al loro successo. Colta e intelligente, l’attrice riuscì a costruire una propria immagine di sé ben diversa dal clichè divistico contemporaneo, interpretando con bravura un personaggio femminile delicato, rassicurante, misurato nelle espressione delle emozioni. Lo stesso marito ebbe cura di scegliere per lei parti di donne positive, dignitosamente sofferenti, affidando eventualmente ad altre attrici ruoli dai tratti seduttivi più marcati.

Tra i suoi film più importanti vanno ricordati La chiamavano Cosetta (1917), La storia di un peccato (1918), adattamento del romanzo dello scrittore polacco Stefan Żeromski, Il bacio di Cirano (1919), Maman Poupée (1919), Amleto e il suo clown (1920) e il garibaldino La cavalcata ardente (1925).
 
Con l’avvio del sonoro, come molte dive del muto, Soava Gallone scompare dalle scene: è del 1930 il suo unico film sonoro, l’ultimo della sua carriera, Il segreto del dottore (versione italiana di The Doctor’s Secret di William C. de Mille, diretta da Jack Salvatori). Morì a Roma nel 1957.