Tesori dell’Africa nel cuore della Polonia
Quest’anno si festeggiano i 60 anni del ritrovamento dell’appassionante collezione di arte antica nubiana di Faras, scoperta e salvata da archeologi polacchi nel territorio dell’odierno Sudan. In occasione dell’anniversario il Museo Nazionale di Varsavia, in cui si trova una parte delle collezioni provenienti da quel luogo, ha preparato un ciclo di eventi scientifici e educativi che permettono di accostarci alla loro storia e alle conquiste degli archeologi polacchi.
La missione archeologica polacca giunse in Africa durante la costruzione della Grande Diga di Assuan, l’imponente diga sul Nilo posta nelle vicinanze della città di Assuan. La missione era guidata dal prof. Kazimierz Michałowski, una leggenda dell’archeologia polacca, allora direttore del Centro Polacco di Archeologia Mediterranea al Cairo e vicedirettore del Museo Nazionale di Varsavia.
Sotto l’egida dell’UNESCO, negli anni 1961-1964 i polacchi condussero gli scavi con l’obiettivo di salvare quelle inestimabili opere d’arte antica dall’inondazione legata alla costruzione della diga. I governi del Sudan, dell’Egitto e dell’area mediterranea tenevano molto alle operazioni di salvataggio. L’organizzazione della spedizione e la conduzione degli scavi, da eseguirsi con la massima sollecitudine, fu una grande sfida; in cambio della loro partecipazione, i governi di entrambi i Paesi proposero la metà dei futuri ritrovamenti agli Stati che si erano offerti di condurre gli scavi. La designazione del luogo in cui effettuare gli scavi fu decisa dal prof. Michałowski.
La più importante scoperta degli archeologi polacchi in Sudan fu il ritrovamento dei resti della cattedrale di Faras, centro di preghiera operante dall’VIII al XIV secolo, e del gruppo di oltre 150 pitture murali che si trovavano al suo interno. La scoperta e ancora oggi considerata come una delle principali conquiste della scienza, della conservazione della museologia polacche, e si è rivelata un punto di svolta nelle negli studi sulla Nubia antica e medievale. A quel tempo risale anche la presenza degli archeologi polacchi in Sudan, che dura ancora oggi.
Nell’ambito dell’anniversario che ricorre nel 2021 e che simbolicamente è stato inaugurato il 2 febbraio, il giorno in cui polacchi giunsero in Sudan, il Museo Nazionale di Varsavia organizzerà molti eventi scientifici ed educativi e condurrà delle attività on-line, tra cui un’azione di divulgazione nei media sociali che presenterà al grande pubblico, in modo accessibile, la storia della scoperta della cattedrale.
Alla fine del 2021 sarà inoltre pubblicato un volume in lingua polacca e inglese che conterrà i materiali d’archivio di Faras finora mai editi.
Queste attività sono il preannuncio del cinquantesimo anniversario, che cadrà nel 2022, dell’apertura della prima Galleria Faras al Museo Nazionale di Varsavia, in cui saranno presentati, tra l’altro, gli elementi della collezione che giunse in Polonia in forza di un accordo tra la Polonia e il Sudan. Il suo nucleo è costituito dalle scoperte del gruppo dell’equipe del professor Michałowski, tra cui 67 pitture murali, una parte degli elementi in pietra della decorazione architettonica della cattedrale e di altre chiese ed edifici di Faras, gli epitaffi dei vescovi e dei sacerdoti locali, le creazioni degli artigiani nubiani, tra cui un grande gruppo di vasi di ceramica dipinti, prodotti nelle botteghe locali. La parte restante dei ritrovamenti fu collocata nel museo nazionale sudanese di Khartum.
La collezione nubiana di Varsavia, che dal 2014 viene presentata in un allestimento completamente nuovo, resta ancora oggi eccezionale su scala mondiale e costituisce inoltre la più grande e la più ricca collezione di tesori nubiani medievali in Europa.
Gli eventi che celebrano l’anniversario vedono la collaborazione di tre istituzioni: il Museo Nazionale di Varsavia, il Centro di Archeologia Mediterranea dell’Università di Varsavia e l’Istituto di Culture Mediterranee Orientali dell’Accademia Polacca delle Scienze. Le celebrazioni sono patrocinate dal Ministero degli Affari Esteri polacco e dall’UNESCO.
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