Il valore nascosto del cielo
mostra e convegno
Opening: 8 ottobre 2020 – ore 19.00
Galleria Borghini Arte Contemporanea
Via Belsiana 92, 00187 – ROMA
www.borghiniartecontemporanea.it
Convegno: 15 ottobre 2020 – ore 17.00
Istituto Polacco di Roma
Via Vittoria Colonna 1, 00193 – Roma
www.istitutopolacco.it
Arte e Scienza: un naturale collegamento d’indagini attraverso il tema del cielo.
CONVEGNO
Intervengono:
Paolo Colona astrofisico
Antonella Innocenti scienziata ambientale
Piotr Hanzelewicz artista
Marco Angelini artista
Tamara Borghini gallerista
modera: Giusy Emiliano curatrice
Il convegno fa parte della mostra di Piotr Hanzelewicz e Marco Angelini, Lucean. Il valore nascosto del cielo presso la Galleria Borghini Arte Contemporanea.
Il valore antico del cielo: arte, scienza e sogno onirico. Una mostra curata da Giusy Emiliano all’interno della Galleria Borghini Arte Contemporanea, luogo nel quale arte e scienza si contaminano in un continuo fluire di reciproca ispirazione. Marco Angelini e Piotr Hanzelewicz si concentrano sulle proprie differenze interpretative rispetto alla narrazione del cielo. Hanzelewicz e Angelini, dopo continui scambi con l’astrofisico Paolo Colona e con la scienziata ambientale Antonella Innocenti, creano un naturale collegamento d’indagini attraverso il tema del cielo: le stelle, il sole, la luna e l’inquinamento luminoso. Da questi dialoghi nasce il progetto artistico: Lucean.
I due artisti elaborano il progetto privilegiando differenti oggetti d’indagine. Angelini sofferma la sua ricerca sull’osservazione del sole che alimenta i pannelli fotovoltaici adoperando un sincronico sguardo indagatore sul tema ambientale; Hanzelewicz si focalizza sul “non sguardo” della luna, ne capovolge l’effetto convertendo ovvi paralleli onirici attraverso oggetti legati alla natura come le foglie.
Piotr Hanzelewicz espone un’opera che indugia sulla riflessione di Martin Georg Gadamer creando opere “riflettenti” sulla luna. È la simulazione e rilettura dell’episodio di Talete (divenuto archetipo degli scienziati) con la serva Frigia: il pozzo utilizzato come cannocchiale, diventa strumento osservativo della luna, un luogo al riparo da disturbi atmosferici, dal quale si possa osservare meglio il cielo. Hanzelewicz concentra il suo distintivo tratto artistico in un grande occhio simulandone l’azione antica, rendendola contemporanea e leggibile. L’artista declina ulteriormente l’aspetto filosofico attraverso cinque opere pittoriche materiche integrate da elementi come silique di Lunaria o moneta del papa creando una texture cangiante. La vaghezza (cfr. Petrarca sui termini poetici poiché “vaghi”) riportata sul supporto restituisce un aspetto simbolico desiderato e voluto come lo smarrimento naturale nell’approccio dello sguardo lunare. Le fasi precedenti o successive alla luna piena sono declinate e composte su tela creando “lune” di un diametro medio di 30 cm, incorniciate con un bordo di 5millimetri di pioppo canadese con 5 mm di distacco. Questa scelta artistica crea un effetto di mascheramento del satellite, nel quale la luce cadendo sulla tela, restituisce un’immagine simbolica. L’omogeneità della forma è rappresentata da una proiezione di una foglia – lunaria annua- che l’artista realizza con Lanterna magica. L’opera, posta in una scatola di plexiglass, definisce luci e ombre al centro dell’ottica e, sfumandone i contorni, genera una visione che è simultaneamente svelata con il meccanismo stesso.
I dispositivi narrativi di Marco Angelini sono il risultato di un intervento artistico effettuato su parti di pannelli fotovoltaici in disuso. Essi nella loro legittima funzione, “rubano” raggi solari per essere trasformati e utilizzati come energia elettrica… Angelini intuisce che il materiale da “rifiuto” possa ampliare il dialogo sulla sostenibilità ambientale e la conseguente proposizione della relativa dismissione. Nelle tre opere pittorico-materiche (60×60) gli scarti di un pannello fotovoltaico sono cristallizzati sulla tela e multiformi tagli prismatici riflettono effetti di luce restituendo vita al materiale. L’illuminazione interna, nascosta dalla cornice, diventa una possibilità alla luce naturale. Il rifiuto speciale assume una connotazione nuova da cretto a opera materica multiforme. I colori e le stratificazioni completano l’opera nell’equilibrio pittorico restituendo armonia e sintesi. La luce del sole illumina aspetti diversi perché gioca un ruolo attivo nella narrazione di luci e ombre. All’interno di un’opera autobiografica, di medie dimensioni, Angelini compie un processo creativo utilizzando un referto diagnostico in ambito oculistico. La connotazione simbolica appare evidente: un viaggio narrante in un cielo stellato, nel quale le costellazioni appaiono e nascondono parti di se stesse.
Le narrazioni della scienza e delle riflessioni filosofiche integrano e aiutano a comprendere le direzioni delle ricerche artistiche, aprendo il varco a inaspettate visioni.
Due video prodotti in site specific, diventano differenti declinazioni di queste connessioni: Paolo Colona integra con molteplici informazioni astrofisiche il lavoro di video arte che Angelini produce attraverso una proiezione “instabile”. Il risultato crea un transitorio sguardo sulle costellazioni Orione, Orsa Maggiore e Cassiopea. Similmente l’indagine di Hanzelewicz, con l’ausilio scientifico di Antonella Innocenti, analizza il tema delle lucciole che l’inquinamento luminoso ci impedisce di osservare. In una convertibile fascinazione come già citati da Walter Benjamin, Giorgio Agamben e Didi-Huberman si apre l’idea di sopravvivenza luminosa ed effimera allo stesso tempo. Le armoniche danze sono le stesse degli atomi che cadono in Lucrezio: inventano forme, preservando «scintille di umanità».
E’ evidente come scienza e arte galleggino all’interno di un’unica realtà, proprio come affermava Charles Percy Snow nel suo discorso di “schisi innaturale”; esse sono manifestazioni diverse ma profondamente interpenetrate, pregne di un’influenza reciproca e continua.
Il progetto è completato da due convegni di approfondimento grazie agli interventi di Paolo Colona e Antonella Innocenti; essi si terranno il 15 ottobre ore 17.00 presso l’Istituto di Cultura Polacco, che ha promosso l’intera struttura progettuale, e il 22 ottobre ore 17.00 presso Galleria Borghini Arte Contemporanea.
Paolo Colona, astrofisico, archeoastronomo, divulgatore.
«Il cielo narra storie antichissime, le ritroviamo nei miti, nei testi sacri, nella letteratura antica; sono testimoni del connubio perenne tra noi e il cielo, che ha determinato nei millenni una gemmazione infinita di produzioni culturali. Nel convegno vedremo che l’importanza fondamentale delle stelle nel passato fa fronte uno sconcertante impoverimento della cultura astronomica di oggi, al quale si può rimediare riscoprendo l’importanza del cielo, rimpossessandoci della sua bellezza, anche attraverso la riduzione dell’inquinamento luminoso».
Antonella Innocenti, scienziata ambientale, divulgatrice scientifica. «Lo splendido spettacolo del cielo, che ha ispirato filosofi, poeti e scienziati a superare i propri confini e guidato gli esseri umani nella gestione delle attività quotidiane, è attualmente oscurato dalle luci artificiali per i due terzi della popolazione mondiale e il 99% di quella europea e statunitense. L’inquinamento luminoso ha conseguenze impreviste su uomo e natura, ma alcuni casi virtuosi ci fanno da guida nel nostro sforzo di ripristinare lo stato originario del cielo.»
“L’artista è l’uomo della consapevolezza integrale”. Marshal McLuhan