13.02.2025 Arte, Eventi, Letteratura

Tra pietra e parola. La memoria della materia

Incontro per il finissage della mostra di Krzysztof M. Bednarski

Intervengono: Krzysztof M. Bednarski, Valerio Magrelli e Jarosław Mikołajewski


Giovedì 13 febbraio 2025 – ore 18.30

Istituto Polacco di Roma
via Vittoria Colonna 1


All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro?…

Ugo Foscolo, Dei Sepolcri

Giovedì 13 febbraio 2025 alle ore 18.30, in occasione della chiusura della mostra romana di Krzysztof M. Bednarski Simboli della vita dopo la morte, l’artista dialogherà con due poeti, Valerio Magrelli e Jarosław Mikołajewski, su cosa può l’arte di fronte alla fragilità e alla vulnerabilità della vita. Quali piccole o grandi vittorie può l’uomo nella sua fondamentale sconfitta? È ridicola o piuttosto dignitosa la consolazione che nasce dalla riflessione artistica sulla morte? Quali sono i privilegi della scultura e quali quelli della poesia per chi le mette in gioco nel contesto della perdita? Noi speriamo che l’arte sia ancora capace di porre domande importanti. Possiamo proporle fiduciosi di fornire insieme al pubblico elementi utili all’arte e alla vita. 

La mostra inaugurata a novembre dello scorso anno era dedicata a un aspetto specifico dell’attività di Krzysztof M. Bednarski, la scultura funeraria d’autore. L’artista ne è uno storico interprete, riuscendo egli a trasferire l’arte nel contesto della morte e in un luogo di esposizione particolare qual è il cimitero. Per la sua produzione commemorativa l’artista italo-polacco rifiuta le forme funzionali e la simbologia eccessivamente sentimentale della tradizione, creando nuovi simboli della vita dopo la morte, che fanno riferimento, direttamente, alla personalità del defunto.

Il catalogo della mostra in lingua italiana testimonia questo percorso artistico.

Krzysztof. M. Bednarski – Uno dei maggiori scultori contemporanei polacchi, nato nel 1953 a Cracovia. Vive e lavora in Italia dalla fine degli anni ’80, mantenendo contatti stabili con il suo paese d’origine. Ha studiato Scultura all’Accademia di Belle Arti di Varsavia negli anni 1973-1978. Dal 1975 all’81 collabora con il Teatro Laboratorio di Jerzy Grotowski come autore di tutti i manifesti dei progetti parateatrali di quel periodo. Tra le sue opere più famose troviamo Ritratto Totale di Karl Marx (1978), Vision & Prayer. After Dylan Thomas (1989) e Moby Dick, presentato in dieci versioni in luoghi diversi (Roma, Berlino, Varsavia, Budapest, Gdynia, Łódź) fin dal 1987. Ha esposto i suoi lavori in oltre un centinaio di mostre personali in tutto il mondo, sue opere si trovano nelle collezioni dei più importanti musei polacchi e in diverse collezioni private internazionali; è autore di numerose opere commemorative e di monumenti dedicati tra gli altri a Federico Fellini, Krzysztof Kieślowski, Frederic Chopin, Adam Zagajewski e Krzysztof Penderecki. Il suo lavoro è da sempre ispirato alla poesia di autori come Dante Alighieri, Paul Celan, Rainer M. Rilke, Joseph Brodsky, Dylan Thomas, Zbigniew Herbert, Wisława Szymborska e Tonino Guerra. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Katarzyna Kobro (Łódź 2004), la Medaglia d’Oro del Governo Polacco per Meriti Culturali Gloria Artis nel 2011 e il Premio Franco Cuomo (Roma 2017).

Valerio Magrelli è scrittore, traduttore e professore ordinario di Letteratura francese all’Università Roma Tre. Ha pubblicato Ora serrata retinae (Feltrinelli, 1980), Nature e venature (Mondadori, 1987), Esercizi di tipologia (Mondadori, 1992). Le tre raccolte, arricchite da versi successivi, sono poi confluite nel volume Poesie (1980-1992) e altre poesie (Einaudi 1996). Sempre per Einaudi sono usciti Didascalie per la lettura di un giornale (1999), Disturbi del sistema binario (2006) e Il commissario Magrelli (2018). Tutti e sei i libri sono stati riuniti nel volume Le cavie (Einaudi 2018). Fra i suoi lavori critici, Profilo del dada (Lucarini 1990, Laterza 2006), La casa del pensiero. Introduzione all’opera di Joseph Joubert (Pacini 1995, 2006), Vedersi vedersi. Modelli e circuiti visivi nell’opera di Paul Valéry (Einaudi 2002, L’Harmattan 2005) e Nero sonetto solubile. Dieci autori riscrivono una poesia di Baudelaire (Laterza 2010). Ha diretto per Einaudi la serie trilingue della collana «Scrittori tradotti da scrittori». Tra i suoi lavori in prosa: Nel condominio di carne (Einaudi 2003 e 2024), La vicevita. Treni e viaggi in treno (Laterza 2009), Addio al calcio (Einaudi 2010), Il Sessantotto realizzato da Mediaset (Einaudi 2011), Geologia di un padre (Einaudi 2013), La vicevita (Einaudi 2019) e Sopruso: istruzioni per l’uso (Einaudi 2019). È fra gli autori di Scena padre (Einaudi 2013). La sua ultima raccolta di poesie è Exfanzia (2022). Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana. Sempre per Einaudi, ha pubblicato nel 2022 Proust e Céline. La mente e l’odio.

Jarosław Mikołajewski è nato nel 1960 a Varsavia dove vive tutt’ora. Poeta, narratore, drammaturgo, saggista, reporter, italianista, autore di libri per ragazze e ragazzi, paroliere, traduttore. Insignito di vari premi polacchi (fra cui l’Orfeusz o il Premio Beata Pawlak), italiani (fra cui il Flaiano o il Violani Landi) e internazionali (IBBY). Negli anni 2006-2012 è stato direttore dell’Istituto Polacco di Roma. Fra le sue traduzioni piùimportanti: Divina Commedia, Pinocchio, nonchè diversi volumi poetici di Valerio Magrelli, Pier Paolo Pasolini, Sandro Penna, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti. Attualmente lavora per il giornale “Gazeta Wyborcza”.Conduce il programma Słowo daję alla Radio Nowy Świat.  Fra i suoi campi di interesse e attività: migranti, solidarietà mediterranea, linguaggi di esclusione. 

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