21.06.2025 - 29.06.2025 Cinema, Eventi

Il Cinema Ritrovato

XXXIX edizione | 21-29 giugno 2025 | Bologna


I film polacchi o relativi alla Polonia presenti nel programma della XXXIX edizione del festival Il Cinema Ritrovato, il più importante appuntamento italiano per cinefili, organizzato dalla Cineteca di Bologna e di cui quest’anno l’Istituto Polacco di Roma è partner. Due capolavori restaurati di Wojciech Jerzy Has, in occasione del centenario della nascita, ma anche i corti della coppia di avanguardisti Franciszka e Stefan Themerson; nella sezione Kids and Young, le animazioni di Stefan Janik. Infine, da segnalare, il film francese Le Muranów de Varsovie di Olga Prud-homme Farges.

 

Lunedì 23 giugno 2025 – ore 16:15
Auditorium DAMSLab
Sezione: documenti e documentari

Le Muranów de Varsovie
Regia di Olga Prud’homme Farges
(Francia 2025, 58’)

Introducono Sergio Maza e Cara Yeates

 

Martedì 24 giugno 2025 – ore 18:00
Cinema Arlecchino
Sezione: ritrovati e restaurati

Sanatorium pod klepsydrą | La clessidra
Regia di Wojciech Jerzy Has
(Polonia 1973, 124’)
Introducono Agnieszka Będkowska (WFDiF) e Tomasz Kolankiewicz (FINA)

Mercoledì 25 giugno 2025 – ore 11:00
Cinema Lumière – Sala Scorzese
Sezione: ritrovati e restuarati

DOCUMENTARI&RESTAURATI: UNA COLLEZIONE

All’interno della collezione:

The eye and the ear
Regia di Franciszka e Stefan Themerson
(Regno Unito, 1945, 10’)

Europa
(Polonia 1931, 12’)
Regia di Franciszka e Stefan Themerson

Przygoda człowieka poczciwego
(Polonia 1937, 9’)
Regia di Franciszka e Stefan Themerson

Calling Mr. Smith
(Regno Unito, 1943, 10’)
Regia di Franciszka e Stefan Themerson

Introduce Daniel Bird

 

Giovedì 26 giugno 2025 – ore 17:00
Cinema Arlecchino
Sezione: ritrovati e restaurati

Rękopis znaleziony w Saragossie | Il manoscritto trovato a Saragozza
Regia di Wojciech Jerzy Has
(Polonia 1964, 183’)
[Director’s Cut]
Introducono Agnieszka Będkowska (WFDiF) e Tomasz Kolankiewicz (FINA)


Giovedì 26 giugno 2025 – 18:15
Sala Cervi
Sezione: Cinema Ritrovato Kids & Young

CR KIDS – TONDO FILM 2

Kolorowe koła
(Cerchi colorati, Polonia/1972, 7’)
regia di Stefan Janik

W pogoni za qwadratem
(Quadrati veloci, Polonia/1972, 8’)
regia di Stefan Janik


Czarodziejskie trójkąty
(Triangoli magici, Polonia/1972, 8’)
regia di Stefan Janik

introduce Maria Pia Santillo

 

Venerdì 27 giugno – ore 9:30
Auditorium Dams Lab
Sezione: ritrovati e restaurati | incontri sul restauro

CASE STUDY – Restoring Haas’ Sanatorium pod Klepsydra and Rękopis snaleziony w Saragossie

a cura di WFDiF

MORE INFO E PRENOTAZIONI


 SCHEDE DEI FILM

LE MURANÓW DE VARSOVIE
Regia di Olga Prud’homme Farges
(Francia 2025, 58’)

Costruito all’inizio degli anni Cinquanta sulle rovine del quartiere ebraico di Varsavia, il Muranów attraversa la storia tumultuosa della Polonia. Prima di essere il nome di un cinema, Muranów è quello di un quartiere di Varsavia. Nato nel XVIII secolo dall’amore leggendario tra un architetto italiano di Murano e una polacca, che vi costruirono un castello, il quartiere accoglie l’immigrazione ebraica iniziata più di mille anni fa. Quando il cinematografo arriva a Varsavia, nel 1896, è in questo quartiere che la produzione polacca nasce e prospera. E fin dall’inizio le donne – attrici e produttrici – assumono un ruolo centrale. L’invasione nazista della Polonia nel 1939, la creazione del ghetto, i bombardamenti, annientano la vita e la citta; quasi tutti i film scompaiono tra le fiamme. È da queste ceneri che risorgono il quartiere e il cinema Muranów. Sala d’essai, d’arte e di resistenze, il Muranów è sin dalla sua nascita l’incarnazione della libertà che da un secolo anima la creazione cinematografica. È stato sempre all’avanguardia, prima con i film della ‘scuola polacca’ degli anni Cinquanta e poi con il cinema dell’inquietudine morale degli anni Settanta e Ottanta. Nel luglio del 1961 un giovane francese di passaggio al Muranów incontra per caso una giovane polacca. Sessantadue anni dopo i due innamorati sono ancora lì: sono i miei genitori. La loro storia – e quindi la mia – traspare in filigrana nel mio film. Quella giovane polacca incarna, ai miei occhi, il ruolo delle donne nel cinema polacco: determinato, ribelle, coraggioso. Grazie a una programmazione coraggiosa, il Muranów ha riservato e continua a riservare un posto d’onore alle donne e ai fantasmi. (Olga Prud’homme Farges)

Cast and Credits

Scen.: Olga Prud’homme Farges. F.: Marek Gajczak. M.: Aleksandra Idzikowska. Mus.: Henryk Czyž. Prod.: Kolam Productions. DCP. D.: 58’.

 


 

SANATORIUM POD KLEPSYDRĄ | LA CLESSIDRA
Regia di Wojciech Jerzy Has
(Polonia 1973, 124’)

“Il tempo è troppo stretto per contenere tutti gli eventi?” si chiede Józef, la cui visita al padre morto – eppure paradossalmente ancora vivo – nel sanatorio che da il titolo al film fa da ricco scenario per questa traversata espressiva e disorientante tra memoria, tempo e morte. Tratto dalla raccolta di racconti omonima dell’autore ebreo Bruno Schulz – la cui opera ha ossessionato Has durante l’infanzia – Sanatorium pod klepsydrą rielabora il testo in qualcosa di molto meno lineare, assemblando diverse parti dei racconti di Schulz con una logica che rima, si dilata e si contrae. Mentre Józef si muove all’interno del sanatorio (dove il medico apparentemente solitario gli dice che il tempo viene “riportato indietro”), ogni stanza sembra scaraventarlo in ricordi d’infanzia distorti, esperienze sessuali formative e indovinelli da fiaba, tutti in spazi impossibili collegati tra loro da un montaggio che segue la logica del sogno più che la geografia. Formalmente seducente – e lugubremente divertente – anche quando destabilizza con il suo surrealismo provocatorio e sconcertante e la sua illogicità narrativa, il film è attraversato dalle tonalità invernali del blu e del verde filmate da Has e dal direttore della fotografia Witold Sobociński; immagini splendide, ma intrise di un opprimente, fatale presagio che si annida in ogni fotogramma del film. Nonostante non abbia fama di essere apertamente politico come alcuni suoi colleghi, Has dialoga qui in modo altrettanto profondo con la storia polacca del Ventesimo secolo. Le allusioni surreali all’Olocausto sono frequenti, affiorano improvvise e senza enfasi, affiancandosi a scene della Polonia prebellica tratte dai testi di Schulz e dai ricordi personali del regista. La storia recente della Polonia si frantuma sullo schermo in modo indecifrabile. Morti e tragedie, sia personali che collettive, permeano ogni inquadratura. Forse, allora, per Has la gabbia di una logica narrativa lineare era davvero “troppo stretta per contenere tutti questi eventi”. Era necessario stravolgerli, svuotarli di logica, renderli onirici per poterli affrontare. (Will Watt)

Cast and Credits

Sog.: dalla raccolta di racconti omonima (1937) di Bruno Schulz. Scen.: Wojciech Jerzy Has. F.: Witold Sobociński. M.: Janina Niedźwiecka. Scgf.: Jerzy Skarżyński, Andrzej Płocki. Mus.: Jerzy Maksymiuk. Int.: Jan Nowicki (Józef), Tadeusz Kondrat (Jakub), Irena Orska (madre di Józef), Halina Kowalska (Adela), Gustaw Holoubek (dottor Gotard), Mieczysław Voit (il capotreno cieco), Bożena Adamek (Bianka), Ludwik Benoit (Szloma). Prod.: Zespół Filmowy „Silesia”. DCP. D.: 124’. Col.

 


 

THE EYE AND THE EAR

EUROPA

PRZYGODA CZŁOWIEKA POCZCIWEGO

CALLING MR. SMITH

Regia di Franciszka e Stefan Themerson

 

Con solo quattro cortometraggi, Franciszka (1907-1988) e Stefan Themerson (1910-1988) attraversarono sia l’avanguardia polacca che quella britannica, tra il periodo interbellico e l’immediato dopoguerra. Un’esplorazione della sinestesia, un’opera agitprop antifascista, una variazione sull’assurdo e una trasposizione di un poemetto futurista compongono un corpus di opere tanto incompleto quanto essenziale. Nati in Polonia e di origini ebraiche, Franciszka e Stefan eccellevano rispettivamente nelle arti visive e nella poesia. Negli anni Trenta si fecero promotori del cinema d’avanguardia, organizzando proiezioni di film provenienti dal Regno Unito, dalla Francia e dalla Germania, facendo propria l’idea di un cinema poetico cosi come immaginato dal modernista polacco Karol Irzykowski e realizzando al contempo le proprie opere, basate in parte su fotogrammi (immagini ottenute per esposizione diretta) e tecnica stop-motion. Per decenni si è creduto che dei cortometraggi polacchi prebellici dei Themerson fosse sopravvissuto solo Przygoda Człowieka Poczciwego. Di recente è riemersa una copia incompleta di quella che è forse la loro opera polacca più significativa, Europa, fedele adattamento visivo di un poemetto futurista pubblicato nel 1925 da Anatol Stern che conteneva una rabbiosa denuncia della povertà e della guerra. Quando Roman Polański realizzò il cortometraggio che segnò un punto di svolta nella sua carriera, Due uomini e un armadio (1958), citò l’immagine chiave di Przygoda Człowieka Poczciwego. Dopo essersi trasferiti nel Regno Unito i Themerson unirono sperimentazione e astrazione in un lamento di guerra contro le atrocità naziste, Calling Mr. Smith, realizzato utilizzando il singolare procedimento additivo Dufaycolor. Il loro ultimo esperimento filmico, The Eye and the Ear, combina animazioni derivate da fotogrammi per realizzare uno studio sugli analoghi audiovisivi – capitolo iniziale di un orizzonte cinematografico ancora inesplorato. Nel loro complesso, queste quattro opere, per citare un’espressione coniata da Stefan Themerson nel suo saggio sulle possibilità di un cinema che rifiutasse sia la narrazione convenzionale sia la tirannia della rappresentazione naturalistica, sono mosse da un unico, irrefrenabile impulso: creare visioni. (Daniel Bird)

 

Cast and Credits

THE EYE AND THE EAR
Scen.: Bruce Graeme. F.: Franciszka Themerson, Stefan Themerson. M.: Franciszka Themerson, Stefan Themerson. Int.: James McKechnie (voce narrante). Prod.: Polish Film Unit. DCP. D.: 10’. Bn.

EUROPA
DCP. D.: 12’. Bn.

PRZYGODA CZŁOWIEKA POCZCIWEGO
Scen., F.: Franciszka Themerson, Stefan Themerson. Mus.: Stefan Kisielewski. DCP. D.: 9’. Bn.

CALLING MR. SMITH
Scen.: Bruce Graeme. F., M.: Franciszka Themerson, Stefan Themerson. Prod.: Eugeniusz Cękalski per Concanen Film e Polish Film Unit. 35mm. D.: 10’. Bn.

 


 

RĘKOPIS ZNALEZIONY W SARAGOSSIE  |Il manoscritto trovato a Saragozza
Regia di Wojciech Jerzy Has
(Polonia 1964, 183’)

Rękopis znaleziony w Saragossie è un film surrealista su scala epica, e questo già basterebbe a renderlo unico e memorabile. Basato sul romanzo di Jan Potocki, si divide in due parti. La prima segue le disavventure di un nobile (Zbigniew Cybulski) nella Spagna del Settecento, ancora terrorizzata dall’Inquisizione e perseguitata dai fantasmi dei Mori. Nella seconda parte, un nobile seduto a tavola ascolta dalla bocca di un vecchio zingaro una serie di storie che si incastrano l’una dentro l’altra in un groviglio di sogno e realtà. Wojciech Has (1925-2000) approdò alla scuola cinematografica di Łodż dopo aver trascorso alcuni anni all’Accademia di belle arti di Cracovia e aver lavorato per uno studio di produzione di Varsavia specializzato in documentari. Regista estremamente versatile, è noto soprattutto per le due incursioni nel surrealismo: Saragossie e Sanatorium pod klepsydra (1974), un film a colori fosco e allucinatorio che almeno negli ambienti delle arti visive è diventato un’opera di culto. In questi film il regista mette a frutto il suo passato di documentarista e di artista figurativo: immagini affilatissime si scontrano con combinazioni fantasiose e sorprendenti di situazioni e composizioni visive che appaiono vive e tangibili. Grazie alla sua formazione il regista potrebbe essere definito l’equivalente cinematografico di Salvador Dalì. Non sorprende dunque che Rękopis znaleziony w Saragossie fosse uno dei film preferiti di Luis Buñuel, che nella sua produzione più tarda (soprattutto il Il fascino discreto della borghesia) tentò in vari modi di ricreare gli intrecci complessi e sensuali prodotti dalle tecniche narrative di Has. Ma neanche il maestro del surrealismo riuscì a sorpassare le visioni del regista polacco: le storie di Has e le loro diramazioni danno vita a un felicissimo viaggio cinematografico in un mondo onirico nel quale tutto alla fine assume un senso, logico o paradossale che sia. (Petteri Kalliomäki)

 

Cast and Credits

Sog.: dal romanzo omonimo (1815) di Jan Potocki. Scen.: Tadeusz Kwiatkowski. F.: Mieczysław Jahoda. M.: Krystyna Komosińska. Scgf.: Jerzy Skarżyński, Tadeusz Myszorek. Mus.: Krzysztof Penderecki. Int.: Zbigniew Cybulski (Alfonse Van Worden), Iga Cembrzyńska (principessa Emina), Elżbieta Czyżewska (Donna Frasquetta Salero), Gustaw Holoubek (Don Pedro Velasquez), Stanisław Igar (Don Gaspar Soarez), Joanna Jędryka (Zibelda), Janusz Kłosiński (Don Diego Salero), Bogumił Kobiela (Senor Toledo). Prod.: Zespoł Filmowy Kamera. DCP. D.: 183’. Bn


KOLOROWE KOŁA
(Cerchi colorati, Polonia/1972)

W POGONI ZA QWADRATEM
(Quadrati veloci, Polonia/1972)

CZARODZIEJSKIE TRÓJKĄTY
(Triangoli magici, Polonia/1972)
Regia di Stefan Janik

Programma a cura di Maria Pia Santillo

 

Cerchi, quadrati, triangoli: quante forme può assumere la realtà intorno a noi? Il programma include tre cortometraggi, prodotti dallo Studio Miniatur Filmowych e diretti dal regista Stefan Janik, realizzati utilizzando la tecnica della cut-out animation. Un modo giocoso per scoprire il mondo colorato e multiforme che ci circonda partendo dalle figure chiave della geometria piana. Due bambini curiosi ci porteranno a spasso in questo viaggio animato fatto di analogie tra geometria e vita quotidiana.

 

Tondo Film cura e diffonde programmi di cortometraggi d’animazione indipendente per l’infanzia con l’obiettivo di valorizzare e far scoprire a un pubblico di giovanissimi film d’animazione d’autore contemporanei e d’archivio realizzati utilizzando un ampio spettro di tecniche e approcci ludico-tematici. Per il piccolo pubblico del Cinema Ritrovato Kids propone quest’anno due programmi di corti e un progetto di animazione inedito in Italia: Haikino. Un haikino è un brevissimo cortometraggio collettivo realizzato in tre fasi durante laboratori tenuti dai registi Tristan Francia e Stéphanie Yang Chung. La parola nasce dall’unione di ‘haiku’, il breve componimento poetico giapponese, e di ‘kino’, il movimento inteso in senso cinematografico. Gli haikino apriranno tutte le proiezioni di Il Cinema Ritrovato Kids.

 

 

 

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